Pedaggi da record per Autovie e gli incassi sono reinvestiti

UDINE. Autovie Venete si piazza al secondo posto tra le concessionarie autostradali che hanno aumentato di più i pedaggi negli ultimi 10 anni.
PEDAGGI E AUTOSTRADA, I NUMERI
- +48,7% l'aumento dei pedaggi
- 217 i milioni di euro di utili in questi dieci anni
- 41 i milioni di euro in dividendi (il 18% degli utili)
Ha fatto “meglio” solo Satap, società che gestisce la tratta Milano-Torino e che è arrivata a rincarare il “ticket” di ben l’84,1 per cento. Autovie Venete si è fermata molto prima, al +48,7 per cento di rincaro medio, seguita dal traforo del Monte Bianco che nello stesso periodo di tempo ha aumentato il pedaggio del 43,3 per cento.
Le società – tutte e 22, tante sono quelle che gestiscono le autostrade italiane – hanno macinato ricavi, pagato tasse, dato dividendi e (talvolta) investito.
Chi più, chi meno. A differenza di chi ha aumentato i pedaggi per distribuire maggiori ricavi ai soci privati, lo ha fatto ad esempio Autostrade per l’Italia che di 7,4 miliardi di utili ha destinato a dividenti ben 7,3 miliardi, Autovie venete ha sì aumentato il balzello in entrata ai suoi caselli, ma per migliorare l’infrastruttura.
La maggior parte degli utili è finita infatti sulla strada: in dieci anni, su un totale di 217 milioni di utili (pagate tasse per 136 milioni) ai soci sono andati dividendi pari a 41 milioni di euro, il 18 per cento, lasciando il resto – oltre 170 milioni di euro – a manutenzioni e opere, cantieri, come il primo lotto della terza corsia in A4, che Autovie Venete ha totalmente autofinanziato.
Scelta confermata anche in sede dell’ultimo bilancio, nel 2017/2018 il valore della produzione si è attestato a 234,6 milioni di euro per un utile netto di 4,7 milioni di cui 473 mila – il 10 per cento – sono stati destinati ai soci. Altrove non è andata così.
Tornando all’esempio di Satap, su 609 milioni di utili messi a segno tra il 2008 e il 2017 ben 507 milioni sono stati distribuiti ai soci, l’83 per cento, 118 milioni di dividendi su 133 di utili nel caso del traforo del Monte Bianco.
C’è anche chi ha chiuso il decennio in “rosso”. È il caso della Asti-Cuneo: -1 milione di euro di utili per 3 milioni di dividendi. Altre politiche rispetto a quelle praticate a Nordest.
«Gli utili di Autovie, a differenza di quanto avviene per le altre concessionarie, vengono per la maggior parte reinvestiti sul territorio – spiega il presidente Maurizio Castagna –. La loro “distribuzione” va in parte a favore di Friulia (che li utilizza per interventi a favore delle Pmi) e di numerosi enti pubblici che fanno parte della compagine societaria, in parte a copertura degli investimenti».
A proposito di questi ultimi, Castagna ricorda che Autovie «ha utilizzato in questi anni tutta la riserva per finanziare opere, dal raccordo Villesse-Gorizia al casello di Meolo e naturalmente alla terza corsia della A4. Sono tre grossi investimenti – precisa il presidente della concessionaria – che abbiamo realizzato fin qui totalmente in autofinanziamento».
D’ora in avanti ci sarà invece la potenza della Banca europea per gli investimenti e di Cassa depositi e prestiti ad alimentare il maxi cantiere in corso tra Portogruaro e Palmanova.
«Stiamo parlando di un investimento che è superiore ai 600 milioni di euro, reso possibile – ricorda Castagna – grazie al finanziamento concessoci da Bei e Cdp».
Opere e conti andranno in dote alla società che prenderà il testimone dalle mani di Autovie. Scaduta a marzo scorso la concessione, le trattative per arrivare alla definizione del nuovo contratto sono infatti corso e dovrebbero concludersi entro l’anno portando la gestione nelle mani della Newco “Alto Adriatico” (partecipata interamente dalle Regioni Fvg e Veneto). —
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