Pedopornografia, blitz dell'Fbi alla base di Aviano: arrestato un militare

E’ un sergente maggiore di 41 anni. Perquisita la sua casa di Sacile: sequestrati dal pc 17 mila file raccapriccianti

AVIANO. Detenzione aggravata di materiale pedopornografico. E’ la pesante accusa che la Procura della Direzione distrettuale antimafia di Trieste contesta a un sergente maggiore della Base di Aviano, arrestato dalla polizia delle comunicazioni di Roma, con l’ausilio dei colleghi di Pordenone, a seguito del sequestro di tre hard disk effettuato nell’abitazione dell’aviere a Sacile.

L’indagine è partita nei mesi scorsi dagli Stati Uniti, dove l’Fbi stava indagando su un presunto traffico di materiale pedopornografico nella rete web. Attaverso gli indirizzi ip, gli investigatori statunitensi sono arrivati all’abitazione sacilese, trasmettendo quindi parte del fascicolo alle autorità italiane, nello specifico alla Procura della Dda, nella persona del pubblico ministero Giorgio Milillo.

A seguito del sequestro, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pordenone Alberto Rossi ha disposto la custodia cautelare del militare in carcere, misura che è stata rinnovata dal collega di Trieste Luigi Dainotti e confermata dal tribunale del riesame al quale l’indagato si era appellato.

Gli inquirenti americani e italiani mantengono uno stretto riserbo sulla vicenda. La Procura ha chiesto il processo con rito immediato per il sergente maggiore, con prima udienza fissata per il 23 luglio. I difensori, gli avvocati Silvio Albanese e Martina Colussi, stanno valutando la richiesta di rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica che, in caso di condanna, prevede lo sconto di un terzo della pena.

La perquisizione nell’abitazione di Sacile dell’aviere C.W.C., 41 anni, da uno e mezzo di stanza ad Aviano, è avvenuta il 14 aprile scorso. La polizia delle comunicazioni di Roma e Pordenone, su mandato dell’Fbi, ha sequestrato il pc dell’uomo, che risiede da solo, e tre hard disk. All’interno erano conservati 17 mila file, molti di natura pedopornografica.

Immagini raccapriccianti. Un paio di giorni dopo, la misura cautelare della custodia in carcere, a Pordenone, dove il militare si trova tuttora. Il tribunale del Riesame, infatti, ha respinto la richiesta dei difensori di una misura meno afflittiva.

L’indagine, come detto, nasce da una maxioperazione degli inquirenti americani, che hanno delegato quelli italiani relativamente al filone Aviano. Cercando indizi in rete, gli investigatori sono incappati nell’indirizzo ip del sergente maggiore. A seguito della perquisizione hanno trovato una mole immensa di materiale sospetto che il 41enne avrebbe scaricato dalla rete e detenuto, ma non rimesso in circolazione.

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