Pedrotti contrattacca: «Ho un progetto chiaro»

L’ufficialità della candidatura a sindaco di Pordenone è soltanto rinviata. «Non attendo benedizioni». E sulle elezioni: «I risultati di domenica devono far capire che, divisi, si perde»

PORDENONE. «Credo che il risultato di queste elezioni amministrative qualche riflessione debba suscitarla. E la più lampante è che, se non si va uniti, si perde e anche rovinosamente». Claudio Pedrotti lancia un messaggio e nemmeno tanto subliminale ai suoi alleati.

Al Partito democratico, ma anche alle civiche: quelle che oggi lo sostengono e quelle che potrebbero nascere (nell’alveo del centrosinistra) in vista delle elezioni 2016.

Il sindaco non scioglie ancora la riserva – «la riflessione è mia e personale, non sto aspettando alcuna investitura» ci tiene a chiarire –, ma fa intendere che potrebbe farlo anche a breve. Perché quello che gli alleati chiedono, un progetto politico, lui ce l’ha «e anche molto chiaro in testa. Hanno ragione a chiedere un progetto politico e io ce l’ho ben presente».

Per ora non dice di più Pedrotti, ma quanto basta per far capire che lui è a disposizione del centrosinistra e spetterà alla coalizione – eventualmente – trovare valide ragioni per dirgli di no.

La situazione però non è così lineare perché l’interlocutore del sindaco è composito, dentro e fuori dal Partito democratico. Nel partito che ha candidato e sostenuto il sindaco alle ultime elezioni provinciali – portandolo a diventare anche presidente della Provincia – c’è una fronda non trascurabile di contrari.

Si tratta dell’area bersaniana del partito, quella vicina al senatore Lodovico Sonego, che non accetta autocandidature. Anche dal resto del Pd, però, non sono arrivate vere e proprie investiture. Della serie, presentaci un progetto e lo valuteremo.

Del resto il circolo cittadino stesso sta attraversando una fase di transizione. Il 19 giugno l’assemblea degli iscritti sarà chiamata a scegliere il successore di Michele Padovese e gli equilibri che si determineranno in segreteria potranno essere più o meno funzionali al progetto di Pedrotti.

E poi ci sono le civiche. Nel 2011 Caludio Pedrotti era il candidato scelto da Sergio Bolzonello (all’epoca non ancora organico al Pd) e per questo appoggiato da tutto il centrosinistra, senza se e senza ma. Quell’investitura è venuta meno molto tempo fa, anche se i rapporti tra i due hanno trovato comunque un equilibrio.

Bolzonello ha preso atto della decisione di Pedrotti senza entusiasmi. Non lo ostacolerà, ma non farà nulla per aiutarlo. Ma Bolzonello oggi si muove nel Pd. E le civiche? Molto dipenderà da quel che accadrà all’interno dei movimenti che hanno costruito la politica di Pordenone negli ultimi 15 anni.

Il Fiume, orfano di Sergio Bolzonello, ha più anime che, a fine mandato, potrebbero dare vita a più liste se, nei prossimi mesi, non dovessero trovare una nuova unità di intenti. E chi sosterranno? Pedrotti o altri candidati? Molto dipenderà dal sindaco in carica e dalla sua capacità di aggregare.

Percorso da rinnovare anche per Vivo Pordenone. La lista fondata da Alvaro Cardin, che permise a Sergio Bolzonello di essere incoronato sindaco nel 2001, è a sua volta giunta a un bivio, soprattutto perché è alle prese con un difficile cambio generazionale.

Le liste attuali si fonderanno? Attireranno nuove energie? Saranno in grado di dettare il nuovo progetto per Pordenone? Domande che hanno bisogno di una risposta, una risposta che non potrà prescindere dalla scelta del candidato sindaco.

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