Pendolare da Porcia a Susegana per uno stipendio migliore: «Dalla crisi di Electrolux è nata un’opportunità»
L’azienda aveva chiesto rinforzi per l’aumento della richiesta in Veneto: Crassini è tra i 18 operai che su base volontaria hanno accettato la trasferta
«Sono entrata in Electrolux nel 1996, ed oggi a 52 anni ho sentito anche io il bisogno di mettermi in gioco e provare a vedere se con le mie capacità potevo farlo». Debora Crassini, originaria di Gorizia e residente a Fiume Veneto, moglie e madre di due figli, lavora da ventotto anni allo stabilimento della multinazionale svedese di Porcia dove si producono lavatrici di alta gamma.
Poco più di due mesi fa le è arrivata la richiesta di disponibilità ad effettuare trasferte alla sede di Susegana, specializzata invece nella produzione di frigoriferi. Due facce della stessa azienda ma che viaggiano con velocità differenti.
A Porcia il calo degli ordini e il numeri di pezzi da produrre sempre al limite della sostenibilità dell’impianto, mette costantemente a rischio i livelli occupazionali. Una crisi data anche da una sofferenza generale del mercato dell’elettrodomestico. A Susegana, dove si producono frigoriferi, il lavoro invece cresce e di conseguenza anche la necessità di reperire personale.
L’esperienza
Sabato 3 agosto per Debora, come per gli altri colleghi che hanno accettato la proposta del trasferimento temporaneo, è stato l’ultimo giorno in servizio in Veneto. «È stata un’esperienza ottima che mi ha permesso di lavorare in vari reparti. Porto con me un bel ricordo sia dei colleghi che dei capi».
La trasferta di Debora inizia a giugno dal reparto recupero frigoriferi. «Dopo sono stata spostata nell’area tecnologica, dove realizzano le porte, per concludere il periodo alla Genesi, la fabbrica nuova», verso cui l’azienda sta concentrando l’operatività.
E dove si lavora in condizioni favorevoli anche in questo periodo di gran caldo. «Sono state installate delle bocchette che permettono un giro d’aria refrigerante che rinfrescano gli ambienti».
Ad incentivare la scelta di Debora è stata anche la curiosità di conoscere un’altra faccia del vasto mondo dell’elettrodomestico. In questo caso dalla lavatrice al frigo. «La prima richiede molti più inserimenti manuali rispetto al secondo, composto da vasche, schiumature e ante». A Porcia, Debora opera in una postazione “jolly” che le consente di muoversi e adattarsi a diverse sezioni della linea produttiva.
La motivazione
Un periodo, dunque, utile ad approcciarsi con la realizzazione di un prodotto diverso, attualmente più richiesto sul mercato, come dimostra la necessità di reperire personale a Susegana.
Debora sentiva il bisogno di respirare aria nuova e di scoprire come si sta da un’altra parte, un bisogno dato anche dalla situazione dell’area purliliese. «Noi qui lavoravamo sei ore, a Susegana invece otto. Ho voluto provare anche per avere una entrata economica in più. Lì avevano bisogno di personale e ho colto l’occasione». Così dalla linea 3 di Porcia, dove è attualmente in organico, è passata alla produzione di frigoriferi di fascia alta.
Lo stipendio
Oltre a Debora sono 18 gli operai che hanno fatto lo stesso percorso. Un trasferimento, su base volontaria, che ha avuto un riconoscimento anche dal punto di vista economico. Se già le due ore in più al giorno hanno reso la busta paga più pesante, chi ha scelto di percorrere questa esperienza ha beneficiato anche dell’utilizzo di un’auto aziendale con la quale raggiungere la sede di Susegana, permettendo di abbattere i costi per gli spostamenti.
Concluso il periodo di trasferta, Debora e i suoi colleghi ripartiranno dopo le ferie dallo stabilimento di riferimento a Porcia fino a nuove disposizioni.
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