Pene severe a chi provoca slavine

Dopo il caso dei quattro sloveni a Tarvisio, tornano d’attualità regole e sanzioni

TARVISIO. Il caso dei quattro sciatori sloveni che domenica hanno provocato una piccola valanga che ha invaso la stazione intermedia della telecabina del monte Lussari richiama l’attenzione sul pericolo incombente per la propria e l’altrui incolumità di chi pratica lo sci fuori pista in condizioni ambientali che lo sconsigliano.

E i comportamenti sconsiderati sono anche puniti severamente dalle leggi, come puntualizza la Polizia di Stato intervenuta sul posto con i suoi uomini del soccorso piste.

Infatti, il provocare una frana e una valanga è una azione che può essere punita una pena che va dai 5 ai dodici anni di reclusione; mentre, l’interruzione del servizio pubblico (nel caso, il momentaneo fermo della telecabina con circa 400 persone a bordo) prevede la reclusione fino a un anno. Inoltre, vi sono da aggiungere eventuali sanzioni amministrative perché chi pratica il fuori pista deve essere dotato di sistema elettronico (Arva), per favorire le ricerche.

Insomma praticare lo sci con buon senso conviene, considerando che non sono leggere le sanzioni pecunarie anche per chi, in pista non da la precedenza, oppure scia senza casco o ha comportamenti non il linea con il rispetto delle regole e del prossimo. Durante le nevicate e nelle giornate seguenti è sempre sconsigliato lo sci fuori pista e lo sci alpinismo finché non viene ufficialmente comunicato il cessato pericolo di distacco valanghe.

E sono attività che con l’arrivo della primavera è ancora più piacevole dedicarsi, ma nel contempo richiedono anche grande precauzione. Nel dotarsi, innanzi tutto, di attrezzatura idonea, compreso dell’Arva che è considerato un salvavita, di non avventurarsi in imprese superiori alle proprie capacità. Inoltre, nel programmare le uscite da effettuare in compagnia e mai da soli, accertarsi delle previsioni meteorologiche con la consapevolezza che anche una rinuncia può salvare la vita.

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