Pestaggio alla Hermes, nuove indagini a Udine

Il dipendente picchiato è stato ascoltato anche ieri dagli investigatori che seguono la pista dell’Est

UDINE. Un pestaggio a scopo intimidatorio per evitare che la Hermes continui nella sua battaglia contro i furgoni abusivi. È questa l’ipotesi principale sulla quale stanno lavorando gli investigatori della Squadra Mobile coordinati dal dirigente Massimiliano Ortolan, che anche ieri hanno ascoltato il dipendente della ditta di trasporti aggredito a colpi di mazze mentre si trovava all’interno del magazzino della ditta in via Baldasseria Bassa, lo scorso 5 aprile. Al momento la Questura non esclude nessuna possibilità. Il fatto che l’aggressione sia stata frutto di un regolamento di conti non ha, al momento, trovato alcun riscontro.

Più probabile che i tre uomini (un quarto complice potrebbe averli attesi in auto), che hanno pestato a colpi di mazza uno dei due dipendenti presenti quel venerdì pomeriggio nel capannone di via Baldasseria Bassa, abbiano invece voluto lanciare un altro avvertimento.

Evidentemente le denunce fatte dall’azienda contro il traffico di furgoni abusivi che ogni settimana attraversa il Friuli deve aver dato fastidio a chi gestisce questo commercio illegale anche perché alcuni “padroncini” hanno deciso di seguire la Hermes mettendosi in regola per poter continuare l’attività. Le forze dell’ordine stimano che i furgoni che entrano in Italia con generi alimentari sigarette e alcolici di contrabbando siano almeno 500. Partono dall’Ucraina e da altri paesi dell’Est Europa carichi di pacchi da consegnare a domicilio alle badanti. L’appuntamento per smistare tutto questo traffico illegale è a Gonars. Nei fine settimana l’area esterna all’autogrill si trasforma in una sorta di grande mercato.

Le merci vengono ridistribuite tra i furgoni a seconda della destinazione finale e al ritorno il fenomeno si ripete. Durante questi mercati abusivi che si svolgono anche in diverse piazze d’Italia (a Udine nella zona di via Dante) viene anche esposto il tariffario con i costi per spedire merce nelle varie città. Ogni furgone trasporta almeno 1.500 chilogrammi di pacchi, ma in alcuni casi si può arrivare anche a 3 mila e oltre. Tutti privi delle necessarie autorizzazioni. Un commercio illegale che cresce a dismisura e che muove parecchio denaro. Mediamente il servizio può costare intorno ai 2 euro per ogni chilogrammo il che significa che ogni settimana il business si aggira intorno ai 2-3 milioni di euro.

Soldi persi dalle aziende con i permessi in regola e anche dall’erario. Perché è chiaro che le cifre incassate in nero dai furgoni abusivi sfuggono anche il Fisco danneggiando due volte l’economia friulana. E oltre ai pacchi molti furgoni trasportano sigarette abusive e alcolici quando arrivano in Italia per poi portare all’Est oggetti rubati come è capitato quando la polizia Stradale ha trovato i pezzi di diversi moto rubate. (c.r.)

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