Pet therapy, dai cavalli ai conigli le esperienze in Fvg

UDINE. Se la legge regionale sulla pet therapy, così come rivista dall’intervento di manutenzione inserito nella Omnibus di recente approvata dall’esecutivo, si propone di mettere ordine e soprattutto di strutturare la formazione degli operatori e riconoscerne l’idoneità.
I casi di associazioni che in regione già oggi si occupano di terapie con gli animali non mancano e, anzi, ce ne sono diversi che vantano di diversi anni di esperienza alle spalle. Sono soprattutto le associazioni a muoversi nell’ambito della pet therapy. Con cani e cavalli soprattutto, ma anche gatti, conigli, animali da cortile in genere.
Nella destra Tagliamento si distingue il centro di rieducazione equestre “Anche a cavallo” di Sant’Antonio di Porcia, operativo da anni, ben prima che i benefici della vicinanza con gli animali avessero evidenza scientifica. L’ippoterapia, qui, ha fatto veri “miracoli” grazie all’interazione tra cavalli e pazienti affetti da disabilità.
Sia fisica che psichica. Merito di Apache, Mildy, Zoppas, Gigia, Sid, Spugna, Cayenne, i sette padroni di “casa”, che insieme a gatti, cani, conigli e galline regalano a pazienti grandi e piccoli il calore e la fiducia di cui necessitano.
Le carrozzine finiscono relegate in un angolo e i pazienti si ritrovano, liberi, in sella. I sette cavalli in forze al centro, docili ed educati, curano un centinaio di persone alla settimana, con enormi benefici, testimoniati da genitori e parenti e dai curriculum degli stessi pazienti.
Affetti chi da ritardi motori, chi da autismo o da tetraparesi spastica, i ragazzi che frequentano la struttura vantano studi portati a termine, un lavoro e non di rado pure una relazione sentimentale. Traguardi niente affatto scontati per tanti loro coetanei.
Accanto ai cavalli, danno gambe della pet therapy di casa nostra anche cani e gatti. Questi ultimi la fanno da padroni alla “Pro pet therapy aps”, associazione di promozione sociale, no profit, nata a Fontanafredda per diffondere la terapia della vicinanza e l’interazione fra le persone e gli animali da affezione.
Gli evidenti benefici sulla persona malata hanno sdoganato la “pet” anche nelle strutture pubbliche dove ormai si può dire entrata di diritto. Oggi è presente in ospedali e scuole.
Viene fatta, tra l’altro, all’hospice di San Vito al Tagliamento con due cani, all’ospedale di Pordenone in pediatria e ancora all’Istituto comprensivo di Tavagnacco per trattare in modo alternativo il disagio degli studenti con disabilità cognitiva.
Bambini che manifestano uno stato d’ansia molto forte di fronte all’autorità ed hanno bisogno di sentirsi ascoltati, accuditi: nessuno meglio degli animali. In questo caso, il progetto è stato finanziato a livello europeo-. Avviato a metà settembre dell’anno scorso, si concluderà nell’agosto del 2019.
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