Petrillo dopo il licenziamento: ho fatto tutte le iniezioni

TREVISO. L’Usl di Treviso, come annunciato, ha formalizzato il licenziamento per giusta causa di Emanuela Petrillo, l’assistente sanitaria accusata di aver finto di vaccinare migliaia di pazienti tra Veneto e Friuli. «Abbiamo ricevuto il provvedimento: faremo ricorso.
Ci aspettavamo questo tipo di sviluppo, ma a mio avviso non sono stati rispettati alcuni crismi che andavano seguiti, tanto più nei confronti di un dipendente pubblico» evidenzia l’avvocato della donna Paolo Salandin, che ha deciso di affidare l’incarico al collega Luca Azzari, esperto di diritto del lavoro. Oltre al ricorso davanti al giudice del lavoro, il prossimo passo sul fronte giudiziario sarà la nomina dei periti che prenderanno parte all’incidente probatorio.
«Lunedì nomineremo il medico legale e lo specialista che dovranno seguire le consulenze» annuncia il legale Salandin. Già nei mesi scorsi la Procura di Udine aveva inviato le richieste di incidente probatorio sui campioni di sangue prelevati da pazienti che avevano effettuato la profilassi con l’assistente sanitaria, esame irripetibile e fondamentale per accertare la presenza o meno di immunizzazione.
Le analisi dei prelievi, 200 in tutto, saranno dunque eseguite nella forma dell’incidente probatorio, ossia con periti nominati dal giudice e contraddittorio tra le parti. L’operazione contribuirà a chiarire i fatti. Dal novembre 2009 al dicembre 2015 Petrillo prestò servizio al distretto sanitario di Codroipo, successivamente venne trasferita al dipartimento di igiene pubblica della Madonnina, dell’Usl di Marca, dal 25 gennaio 2016 fino all’8 giugno 2016, fino a quando alcuni colleghi segnalarono delle anomalie durante le sedute vaccinali condotte dalla Petrillo.
Secondo l’accusa Petrillo avrebbe ingannato decine e decine di genitori, non effettuando le iniezioni ai loro bambini. In un primo tempo le venivano contestati i reati di omissione di atti d’ufficio e di falsità in certificazioni, ai quali si è aggiunto il reato di peculato.
Quest’ultima ipotesi viene avanzata perché l’assistente sanitaria sarebbe entrata nella disponibilità dei vaccini, cioè di un bene dello Stato, che avrebbe poi distrutto o adoperato in modo improprio, traendone profitto e arrecando un danno erariale, stimato in qualche centinaia di migliaia di euro, a danno delle due aziende sanitarie.
«Ho sempre vaccinato, sempre» ha ribadito più volte Emanuela Petrillo, anche davanti al Collegio Ipasvi, l’ordine professionale al quale la donna è iscritta in qualità di assistente sanitaria. Al momento il fascicolo resta aperto e non è stata presa alcuna decisione in merito, ha fatto sapere l’Ipasvi, che parla di «vicenda complicatissima».
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