Petrini dal Friuli lancia la nuova sfida: lotta alla fame FOTO

Premio Gamajun ieri al Lab per il fondatore di Slow Food. «Gemona esempio di civiltà per la rinascita post-terremoto»
Gemona 29 Luglio 2013 lab premio Demarchi TeleFoto Copyright Petrussi Foto Press / Bressanutti
Gemona 29 Luglio 2013 lab premio Demarchi TeleFoto Copyright Petrussi Foto Press / Bressanutti

GEMONA. Dopo aver insegnato al mondo l’importanza del mangiar bene e con lentezza e averlo ricondotto alle radici contadine, Carlo Petrini lancia ieri, dal palco del Teatro Sociale di Gemona, una nuova sfida. Da ingaggiare – parola sua – con forza e un pizzico di rabbia.

«Si chiama lotta contro la fame e la dobbiamo vincere. Prendetela in mano questa bandiera», dice il presidente di Slow Food guardando negli occhi i 78 corsisti seduti in platea, sintesi di culture, lingue e storie diverse, che da 51 anni a questa parte il Laboratorio Internazionale della Comunicazione mette insieme per progettare il futuro.

Poco prima di ricevere dalle mani della direttrice del Lab, Emanuela De Marchi, il il Gamajun International Award, Petrini grida dunque al mondo qual è il nuovo fronte. Si chiama – appunto – lotta alla fame.

«Non è una battaglia irrisolvibile. Abbiamo vinto quella contro la schiavitù – prosegue –. Ora non possiamo vivere in un mondo dove ogni ora muoiono 50 bambini per malnutrizione e dove al contempo si butta via la metà della produzione alimentare. Dobbiamo tornare a essere homo sapiens».

A ricevere premio ed encomi (che a vari livelli ieri non mancano) dovrebbe essere lui, ma tanto per non smentirsi Petrini rimescola le carte in tavola ed è proprio lui a dire grazie, anzitutto, alla direttrice De Marchi: «Ho preso tanti riconoscimenti nella vita, ma questo mi riempie di gioia. Sono onorato di averti conosciuta, per quello che tu e tuo padre avete saputo fare in questo piccolo paese».

E a proposito del paese – Gemona – rivolto al sindaco Paolo Urbani aggiunge: «Devi esserne orgoglioso. Tutta l’Italia è riconoscente a questa comunità per la risposta che ha saputo dare al dramma del terremoto. Siete esempio di civiltà, di quella comunità contadina che sa ricostruire e rigenerarsi».

Infine un invito. All’organizzazione del Lab, Petrini ha proposto un gemellaggio nel 2014: portare gli studenti del Laboratorio a Foodstock, grande evento organizzato a Pollenzo che l’anno prossimo richiamerà, a discutere «di cibo, economia e felicità», 2 mila giovani, da 150 paesi del mondo.

Prima che Petrini salga sul palco, sono le istituzioni a portare, come ritale vuole, il loro saluto. A partire dal rettore dell’Università di Udine, Cristiana Compagno, che rilevaa la capacità del Laboratorio di «progettare il futuro».

Urbani annuncia, stimolato dal Lab (ancora una volta) e dal premiato Petrini, di voler imboccare la strada della promozione enogastronomica per potenziare quel benstare contemplato nel progetto “città dello sport”, mentre Sergio Bolzonello e Barbara Zilli, rispettivamente vicepresidente della Regione e assessore alle politiche giovanili della Provincia di Udine, salutano Petrini come un profeta del ritorno alla terra.

Per Bolzonello, «non è solo il padre di Slow Food. È anche quella persona che ti fa dire: un modo diverso di vivere, produrre e ragionare esiste. Parole profetiche, in mezzo alla crisi».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto