Piace il “castorino” sul Noncello

PORDENONE. Papere, colombi, cigni e adesso anche una nutria sotto il ponte di Adamo ed Eva.
Sulle sponde del Noncello è stato avvistato un esemplare del grosso roditore, lo “swamp rat” come lo chiamano gli americani. C’era la gente in fila affacciata sul fiume, domenica sera, lungo la Rivierasca e il “castorino” ha fatto una passerella pacifica, innocuo perché vegetariano purosangue, prima di tuffarsi nel fiume e fare rotta verso la Fiera.
Il “Myocastor coypus”, per gli amici è il castorino e per quelli meno animalisti è il “flagello degli argini”: rischia di diventare la genesi di un fenomeno in città. Quello che divide, come è capitato a Treviso, gli “stragisti” (le nutrie vanno abbattute dicono gli esperti di tenuta degli argini) dai “francescani” (i castorini sono innocui).
Animalisti mai pronti alla resa di fronte all’arruolamento dei cacciatori a Treviso (a Pordenone il fenomeno potrebbe diventare in incubazione), dove la provocazione era stata quella di adottare una nutria. «Mettiamo il chip come per i cani e i padroni – era stata la proposta di Leonardo Muraro - rispondano anche di eventuali danni».
Danni che, dicono gli animalisti, potranno essere al massimo quelli alle patate e al mais dell’orto, dato che le nutrie non mordono gli umani e non sembra che trasmettano malattie. Alla leggenda del crollo degli argini provocato dai loro cunicoli-tane, pochi sembrano credere, con tutta la cementificazione dei canali che c’è in giro.
Le nutrie sono animali esotici arrivati dal Sud America negli anni ’20, destinate agli allevamenti per fare commercio della loro pelliccia, il “castorino” appunto. Negli anni ’70 quel mercato entrò in crisi e gli animali furono liberati per evitare i costi di abbattimento.
La ricchezza della vegetazione lungo i corsi dei fiumi è un elemento basic per il loro adattamento: le nutrie sono vegetariane e ghiotte di ninfee e germogli di cannuccia. La loro proliferazione non si deve solo all’abbondanza di cibo, ma anche alla mancanza di predatori. Fatta eccezione per le volpi, che possono puntare solo gli individui subadulti o giovani.
«Adotto una nutria, devo vaccinarla?». Il post sulle bacheche dei social media arriva dal trevigiano e sembra un grido di battaglia. Qui non è ancora il caso di evocare il piano di contenimento, arruolando i fucili sugli argini: la nutria di Pordenone, per il momento, è una mascotte del Noncello.
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