Piancavallo, il medico sugli sci che salva le vite

PORDENONE. Serve l’intuito, per individuare fulmineamente la decisione in grado di salvare la vita al paziente. E versatilità, per rispondere ai vari bisogni dell’utenza del polo sciistico: dalle semplici sindromi influenzali ai traumi importanti in pista.
È proprio la varietà del suo mestiere la cosa che piace di più a Paolo Rossi, 51 anni, dal 2006 guardia medica alla stazione di Piancavallo. Il suo ambulatorio è diventato il punto di riferimento per tutti gli sciatori e i turisti in vacanza sulla neve ma anche per il personale alberghiero e per chi lavora alla stazione.
«Dall’inizio della stagione sciistica, inaugurata il 28 dicembre, a oggi – elenca Paolo Rossi, che è convenzionato con l’Azienda sanitaria 5 – abbiamo effettuato più di un centinaio di interventi.Circa una ventina hanno interessato bambini. Pochi i casi gravi, per la maggior parte si è trattato di ferite lievi e escoriazioni riportate in cadute sugli sci o nell’area giochi. Comparando le statistiche a quelle dell’anno scorso, registriamo una riduzione del numero di infortuni, forse perché, a causa della scarsità di neve, ci sono anche meno sciatori sulle piste».
La Guardia medica di Piancavallo coniuga l’attività del pronto soccorso a quella del medico di base.
«Circa il 50% – stima Paolo Rossi – degli interventi riguarda soccorsi per patologie traumatologiche, soprattutto distorsioni. Il 40% dei pazienti che visito, invece, viene da me perché soffre di sindromi respiratorie o influenzali, con febbre molto elevata. Il restante 10% di pazienti presenta patologie di medicina interna».
Il medico di Piancavallo ricorda ancora il caso di un uomo di poco più di quarant’anni che soffriva di un’aritmia cardiaca della quale non si era mai accorto. «È venuto all’ambulatorio per un’epistassi (sangue dal naso ndr) – ricorda il dottor Rossi – e, mentre lo visitavo, mi sono accorto che soffriva di una cardiopatia. Lui dava la causa all’ansia della tachicardia, invece si trattava di aritmia. Fortunatamente era ancora allo stato embrionale. L’ho mandato via in ambulanza d’urgenza. È ritornato in questi giorni per ringraziarmi».
Insomma, la pronta diagnosi del dottor Rossi ha salvato al giovane cardiopatico la vita. Storie di ordinaria quotidianità per il dottore degli sciatori.
«Questo lavoro – prosegue Rossi – è del tutto diverso rispetto alle altre guardie mediche presenti sul territorio. Bisogna sapere come muoversi e interessere una rete di contatti in loco. Mi piace molto il rapporto con la gente e il lavoro è molto vario. Mentre in un reparto si vedono solo determinate cose, qui, invece, arrivano pazienti con patologie dei generi più diversi. La responsabilità è massima: devo prendere decisioni in tempi rapidi, effettuare la diagnosi e prescrivere la terapia. Quando ho fatto il tirocinio in ospedale, ho vissuto la vita del reparto, era bello, ma dopo un po’ mi stava stretto. Non credo che riuscirei a rimanere chiuso in corsia senza la possibilità di muovermi e spaziare in vari campi: opportunità che mi dà proprio questo impiego alla stazione sciistica di Piancavallo».
Finita la stagione, il dottor Rossi, impegnato ogni giorno sulle piste, riesce a coltivare i suoi hobby e interessi, oltre a fare qualche turno di servizio in Valcellina.
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