Piancavallo, terreni nel limbo da 40 anni
AVIANO. Un’ingiustizia che si protrae da oltre 40 anni: è quella toccata a coloro, soprattutto pordenonesi, che, negli anni Sessanta, acquistarono terreni edificabili in Pian delle More e in Pian Mazzega per costruire la casa delle vacanze. Progetti bloccati dalla Regione che sull’area, nel 1972, tolse l’edificabilità d’imperio per il pericolo di valanghe. Ai proprietari rimase il terreno con un valore decisamente inferiore a quanto pagato.
Il Comune di Aviano ora ha riaperto la partita e il sindaco Stefano Del Cont Bernard annuncia «di voler fare giustizia anche se i diritti sono ormai prescritti e per questo chiediamo un intervento legislativo della Regione».
Agli inizi degli anni ’60 l’amministrazione comunale di Aviano, guidata dal sindaco Mario Della Puppa, aveva lottizzato la zona di Pian delle More e di Pian Mazzega, ricavandone 360 lotti edificabili con l’obbligo di costruire entro due anni dalla realizzazione delle opere di urbanizzazione.
Ma nel 1972 la doccia fredda: per i lotti della parte più alta della zona (poco più della metà) la Regione pose il vincolo di inedificabilità per pericolo valanghe. Per il resto l’inedificabilità la decise il Comune per il quale ormai era antieconomico procedere con le opere di urbanizzazione per meno della metà dei lotti venduti.
Ma i soldi non furono restituiti: la proposta fu quella di uno scambio di cubatura in altra zona del Piancavallo. «Uno scambio che non è mai avvenuto», commenta l’architetto Ermanno Dell’Agnolo che da diversi anni ha la delega a rappresentare i 104 proprietari.
I tentativi ci furono: nella primavera del 1994 l’ultimo consiglio comunale di Aviano a guida di Giovanni Tassan Zanin aveva approvato una delega al sindaco a concretizzare lo scambio. Grazie al piano regolatore Gresleri era stata individuata anche un’area dove poter costruire: «L’ambito dove recuperare la cubatura - spiega ancora Dell’Agnolo - lo avevamo individuato nell’area tra lo Stella Montis e il Valisella».
Il professionista aveva immaginato un progetto innovativo: una galleria commerciale, garage interrati, e quattro vele in cui ricavare i 55 mila metri cubi di abitazioni. Progetto e quadro economico anche approvato dalla giunta Rellini. Si era pensato anche ad una formula giuridica per radunare tutti i proprietari, con atto dal notaio.
Poi più nulla nonostante l’impegno: «Non si è mai riusciti ad arrivare ad una soluzione», commenta ancora Dell’Agnolo. Eppure potrebbe essere a portata di mano: «Basta inserire la chiave - esemplifica - e procedere».
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