Dagli esami alle urgenze, il piano per la sanità: le liste d’attesa ridotte e le operazioni più veloci

Migliorano tra 2024 e inizio 2025 le performance dell’Azienda Friuli Centrale. Bene interventi oncologici e visite mediche, soffrono ortopedia e gastroscopia

Timothy Dissegna

Riduzione dei tempi d’attesa per le prestazioni oncologiche e ambulatoriali, riorganizzazione interna e collaborazione con il privato per contrastare la mobilità passiva, ma anche criticità ancora presenti in alcune aree e distretti sanitari. Sono i punti cardine emersi ieri mattina, presentando i numeri delle liste d’attesa da parte dei vertici dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale, all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine. A illustrare dati, strategie e obiettivi sono stati il direttore generale Denis Caporale e l’assessore regionale alla Sanità, Riccardo Riccardi.

Gli interventi oncologici

Uno dei risultati più significativi emersi riguarda gli interventi oncologici in classe A, ovvero quelli da eseguire entro 30 giorni. A fronte di un livello ottimale nazionale fissato al 90%, nel biennio 2019-2024 l’AsuFc ha compiuto un balzo in avanti. Per la mammella, si è passati dal 65,4% del 2019 al 78,3% nel 2024, fino al 91,8% nei primi due mesi del 2025; per il polmone, dal 43,6% nel 2019 al 100% nel 2025; per la prostata, dal 29,1% nel 2019 al 100% nel 2025; per la tiroide, dal 35,7% nel 2019 al 100% nel 2025; per il melanoma, dal 53, 8% nel 2019 al 95% nel 2025.

«La riforma della rete oncologica era un atto dovuto» ha dichiarato Caporale, sottolineando come la riorganizzazione degli interventi, la concentrazione dei casi nei centri più attrezzati e il potenziamento delle agende abbiano consentito di raggiungere gli obiettivi. Secondo Riccardi, «questi risultati affondano le radici in un metodo di lavoro basato su controllo, gestione e visione strategica. Il sistema ha saputo riorganizzarsi in tempi difficili, dando risposte reali e misurabili».

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Le prestazioni ambulatoriali

Il miglioramento non riguarda solo l’area oncologica. Dati positivi arrivano anche dalle prestazioni ambulatoriali, in particolare per quanto riguarda le visite specialistiche. Nel confronto tra il 2023 e gli inizi del 2025 si registra un rispetto dei tempi al: 93% per le prime visite oncologiche; 87,31% per quelle cardiologiche; 89,2% per la chirurgia vascolare; e 83,11% per l’endocrinologica. In parallelo, sono stati potenziati i canali di accesso e aumentati i volumi. Tuttavia, alcune aree continuano a registrare difficoltà significative. Su di tutte, l’accertamento ortopedico è fermo al 12%. «Gastroscopia e colonscopia restano tra le prestazioni più critiche, insieme alle visite gastroenterologiche», ha ammesso Caporale. Un’ulteriore criticità riguarda la priorità D, ovvero le prestazioni differibili ma non rinviabili oltre un certo limite: «Nel 2025 stiamo ancora osservando difficoltà nella gestione di questa fascia, che risulta particolarmente affollata e soggetta a rinvii»

Il percorso di tutela

Novità è anche il percorso di tutela, attivato il 2 settembre 2024 per dare una risposta a cittadini che non riescono a ottenere una prestazione nei tempi previsti. Il sistema consente all’utente di segnalare il superamento del tempo massimo e di ricevere una proposta alternativa in tempi rapidi. «Il percorso ha ricevuto oltre 5 mila richieste, di cui soltanto 98 non hanno potuto essere soddisfatte – ha spiegato Caporale –. Questo dimostra l’efficacia dello strumento, che ha offerto una reale garanzia per i cittadini».

La collaborazione con il privato

Una delle leve principali su cui si sta muovendo l’Azienda sanitaria è la collaborazione con strutture private accreditate. Un tema delicato, spesso al centro di polemiche. Sia Caporale che Riccardi hanno voluto chiarire: «Non si tratta di privatizzare, ma di dare risposte a quei cittadini che già oggi si rivolgono al privato, ma lo fanno in Veneto o in Emilia Romagna». L’obiettivo è creare una rete integrata pubblico-privato, sotto il coordinamento del sistema sanitario regionale, capace di ridurre i tempi e trattenere i pazienti sul territorio. Riccardi ha ribadito: «Il servizio pubblico non è in discussione. Ma serve una visione che metta insieme tutte le forze disponibili per dare risposte rapide ed efficaci».

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La razionalizzazione dell’offerta

Tra le strategie illustrate, anche una maggiore specializzazione dei presidi sanitari. Alcuni reparti sono stati trasferiti per concentrare competenze e garantire numeri adeguati, come nel caso della senologia. «Abbiamo spostato determinati reparti da sedi dove non si raggiungevano i volumi minimi per garantire sicurezza e qualità, come previsto dalle linee guida nazionali. Questo tipo di scelte non sono semplici, ma necessarie. Non dobbiamo discutere dove mettere una Tac, ma come costruire un sistema saldo, alleato tra aziende, enti locali e anche privato accreditato», ha aggiunto l’esponente della giunta Fedriga.

Modello in evoluzione

Per l’assessore e il direttore generale, il 2025 sarà un anno chiave in AsuFc. Riccardi ha parlato di «prova di maturità per tutto il sistema», mentre Caporale ha ribadito che i risultati ottenuti nel 2024 e in questi primi due mesi sono frutto di un lavoro partito dalla fine della pandemia: «Se continuiamo così, vedremo a fine anno risultati ancora più netti. Lavoriamo con trasparenza e nell’interesse dei cittadini».

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