Piazza Costantini, i lampioni affossano i previsti mercatini

Pordenone, al sopralluogo per organizzare le iniziative, l’assessore scopre che le bancarelle non ci stanno. L’arredo installato in modo difforme rispetto alla planimetria. Zille: studieremo altre soluzioni

PORDENONE. Mercatino addio. L’assessore al Commercio Bruno Zille è uomo di mediazione e per questo continuerà «a cercare una soluzione», ma per il momento deve abbandonare l’obiettivo di portare le bancarelle in piazza Costantini. Ragione? Prettamente logistiche e indipendenti dalla volontà del Comune.

«Quando ho incontrato i residenti – ricorda – avevo davanti una planimetria con determinati elementi. Quando sono stato a fare il sopralluogo per capire come prolungare il mercato fino alla piazza ho dovuto fare i conti con un elemento che sulle carte non c’era».

Quale? «I lampioni verticali posti vicini agli alberi. Purtroppo lo spazio per far stare le bancarelle non c’è: quello che è stato creato è un boschetto dove andare a sedersi e magari leggere un libro, ma in quella parte al momento non ci sono gli spazi per far stare i gazebo».

Nella parte alta della piazza «il terreno è degradante e quindi si presta poco» mentre sul resto dell’area «c’è la strada – analizza l’assessore -. Possiamo pensare di chiuderla, però non è l’idea che avevamo in mente anche perché la filosofia dovrebbe essere quella di creare un collegamento con piazzetta Freschi».

La famosa “ricucitura” della città con piazzetta San Giorgio, insomma, sembra destinata ad attendere.

L’assessore però non molla e assicura che «studierò tutte le ipotesi per poter portare avanti il progetto», ma anche se non lo dice è evidente che ha gradito poco la scelta progettuale di chi ha condotto i lavori perché la funzionalità della piazza è finita in secondo piano. «Anche in piazza Risorgimento – sorvola elegantemente – abbiamo aiuole e zone verdi, ma la piazza è facilmente usufruibile per mercati e manifestazioni».

La notizia non piacerà agli operatori dell’area che attendono da tempo che quella piazza torni a vivere. Ora che una buona parte del cantiere di Punto Cardinale si è ripiegato su se stesso, attendevano qualche segnale di speranza, quell’animazione – in questo caso sarebbe più corretto parlare di “rianimazione” – che spinga i pordenonesi a riscoprire quella parte di città e che magari inviti gli operatori economici a investire laddove tanti, troppi, hanno lasciato.

Ai commercianti, poi, si aggiungono i residenti dei palazzi tra la piazza e via Trento. Anche loro aspettano un segnale: i loro immobili si sono ulteriormente deprezzati da quando la piazza è diventata il cantiere simbolo della cementificazione in città.

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