Piazza del Popolo a Sacile, il sindaco vuole i danni
SACILE. È sempre più giallo su piazza del Popolo che continua a essere transennate in prossimità della loggia del Municipio per le rotture emerse nella pavimentazione. Colpa di progetti, esecuzioni sbagliate o dovute al passaggio delle auto voluto e consentito dall’amministrazione comunale?
Il mistero resta, mentre la questione spopola nei commenti dentro e fuori la città con un ritorno di immagine certamente non positivo. Neo assessore ai lavori pubblici, dopo essersi assunto il referato lasciato dal dimissionario Christian Sanson, il sindaco Roberto Ceraolo si trova, tra l’altro, alle prese con una “grana” chiamata piazza del Popolo. Un’autentica “patata bollente” da anni ormai al centro di proteste e polemiche che hanno trovato di recente nuovo slancio per il fenomeno delle pietre rotte. Una vicenda che sta assumendo sempre più i contorni del mistero con l’amministrazione comunale rimasta con il classico “cerino” in mano. Una situazione cui il primo cittadino non ci sta al punto da rendersi protagonista di una piccata reazione.
«Non è pensabile – dichiara – che le sorti di una città siano condizionate da progetti o da esecuzioni sbagliate». L’intervento del sindaco prende spunto dalla relazione prodotta dai professionisti incaricati della progettazione e direzione lavori per la nuova pavimentazione della piazza. «Ho letto la relazione – sottolinea –, dalla quale non emerge alcuna motivazione plausibile sui fenomeni di distacco e di cedimento di numerosi elementi della costosa pavimentazione.
Per quanto mi riguarda mi preme sottolineare che la piazza è stata commissionata come carrabile e non è accettabile imputare i fenomeni al semplice passaggio delle auto. Paradossalmente le aree laterali, per le quali il progetto non prevedeva accesso e sosta dei mezzi, non manifestano problemi che sono, invece, concentrati sulla corsia centrale. Il progetto – continua il sindaco – prevedeva inoltre il limite di transito a 30 km l’ora che la nostra amministrazione a 20 chilometri l’ora per il cui rispetto, tra l’altro, sono stati specificatamente investiti gli agenti della polizia municipale».
Tornando ai progettisti Ceraolo sottolinea poi che non è pensabile che le sorti di una città siano condizionate da progetti o da esecuzioni sbagliate.
«Il Comune – precisa il sindaco – è il committente che ha regolarmente e completamente pagato professionisti e impresa e ora non può restare nelle sue mani (e della comunità) il “cerino” della responsabilità per manifestazioni di danno che non possono in alcun modo essere imputate al normale uso della superficie pubblica. Così come è necessario, oltre che urgente, capire come intervenire per scongiurare il ripetersi dei fenomeni.
In ogni caso – è la conclusione – si rende ora comunque indifferibile porre fine allo spettacolo poco edificante che i danneggiamenti offrono della piazza». Respinge, quindi, il primo cittadino l’ipotesi di un danneggiamento dovuto al passaggio delle auto ma non solo (non mancano, infatti, i mezzi pesanti a cominciare da quelli del mercato) per puntare l’indice su progetti o esecuzioni sbagliate».
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