Piazza intitolata allo Schindler maniaghese che salvò i concittadini dai campi nazisti

LA STORIA
GIULIA SACCHI
Anche la città del coltello ha avuto il suo Oskar Schindler: la figura dell’imprenditore maniaghese Germano Beltrame può essere assimilabile a quella dell’industriale tedesco che, nella sua fabbrica polacca, salvò migliaia di ebrei dallo sterminio. A Beltrame la giunta Carli intende dedicare lo spazio antistante alla biblioteca.
Un maniaghese poliedrico, che si è cimentato in numerosi ambiti e la cui storia è degna di essere raccontata e tramandata ai posteri. Classe 1904, emigrante in Belgio, Francia e a Cuba, dove lavorò come decoratore di alberghi, rientrò a casa su richiesta della madre perché l’azienda fondata dal padre Nanutti aveva bisogno di una persona capace di gestirla e rinnovarla: un progetto che Germano portò avanti con i fratelli Cesare, Marcello, Gina e Maria. Una realtà produttiva ancora in vita e che quest’anno ha tagliato il traguardo del centenario: si tratta dell’Ausonia. Nel 1938 sposò la maestra Luigia David, da cui ebbe cinque figli: Germana, Emanuela, Cristiana, Maria Rita e Gianluigi.
Imprenditore, ma anche attivo nel tessuto sociale: fu presidente della società di calcio Nanutti Beltrame, in seguito Associazione sportiva Maniago, della Scuola coltellinai e di disegno e della Pro Maniago, oltre che pilota civile nel 1937. Nel 1939 organizzò con grande successo la prima mostra delle coltellerie e si distinse pure come poeta e pittore. Quindi l’impegno in ambito politico-amministrativo: nominato podestà di Maniago, dal 1944 fu commissario prefettizio. In questo periodo storico fu protagonista di momenti drammatici per la comunità locale. Ne sono prova alcune testimonianze.
«Una sera si presentò a casa del commissario Beltrame il comandante tedesco della piazza di Maniago perché era stato ucciso un suo soldato durante un’imboscata – racconta Italo Viviani –. Il comandante cercava Clemente Toffolo, partigiano sospettato dell’omicidio, che abitava vicino a Beltrame. Quest’ultimo, da grande diplomatico, intrattenne il comandante a casa. Rivolgendosi in friulano alla domestica Rosa di Meduno, le chiese di recarsi da Toffolo per dirgli di scappare. Subito dopo i tedeschi perquisirono la casa di Toffolo, ma quest’ultimo se n’era andato. Germano gli salvò la vita».
Nel 1944, nella veste di podestà di Maniago, dopo l’uccisione di un soldato tedesco, Beltrame si offrì come ostaggio per la rappresaglia tedesca al posto dei suoi concittadini. Quindi il progetto alla Schindler: durante la guerra cercò in tutti i modi di produrre in azienda qualche articolo che potesse servire per ottenere la denominazione e il riconoscimento di “Fabbrica di guerra”. Chi lavorava in quest’ultima, infatti, era esonerato in automatico dal sevizio militare. Essendoci in fabbrica un reparto di stampaggio, pensò alla produzione di baionette e pugnali.
Beltrame collaborò anche con don Enrico Castellarin alla realizzazione della casa della gioventù e ne fu presidente. Morì il 20 luglio 1993. «Intendiamo ricordare Beltrame in quanto protagonista della vita economica e sociale di Maniago – spiega l’esecutivo –, nonché per alcuni esemplari gesti di aiuto in favore di maniaghesi durante la seconda guerra mondiale. Tra le azioni meritorie quella del 1944 per salvare i concittadini da una rappresaglia nazifascista. Da qui l’idea di intitolare uno spazio pubblico».
La proposta è già stata condivisa in commissione consiliare anche con i rappresentanti dell’opposizione. La delibera di giunta sarà trasmessa alla Deputazione di storia patria per il Friuli per ottenere il parere sull’intitolazione. —
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto