Picchiato da un collega, lascia il lavoro

È stato prima insultato, poi addirittura picchiato tanto che alla fine ha preferito cambiare posto di lavoro. Ma prima di andarsene ha denunciato tutto al punto Antimobbing della Provincia che solo nei primi sei mesi di quest’anno ha ricevuto 92 denunce, mentre i casi aperti sono 103.
Nella maggior parte dei casi (tre su quattro) si tratta di donne, di età compresa fra i 41 e i 50 anni (40%), con diploma di scuola superiore (49%) e un contratto a tempo indeterminato (l’86%) nel settore privato (65%) con qualifica, per la maggior parte, di impiegata o operaia. Umiliazioni, critiche, aggressioni verbali e minacce le azioni vessatorie maggiormente dichiarate. Ma sono stati segnalati anche eccesso di controllo sotto forma di contestazioni continue o di atteggiamenti ossessivi, oltre allo svuotamento delle mansioni e all’ostracismo.
Dietro al termine mobbing infatti si nascondono tutta una serie di atteggiamenti che si manifestano in modo continuativo nel tempo, solo che i “bulli” in questo caso sono i colleghi di lavoro. Capita anche che insulti, provocazioni, angherie, vessazioni, in alcuni casi si trasformino in vere e proprie aggressioni come capitato a un lavoratore che alla fine ha preferito lasciare il posto. «Si è trattato di una escalation di conflittualità lavorativa – spiega la coordinatrice del punto Sos Antimobbing Cristina Caparesi -. A farne le spese è stato il lavoratore costretto a difendersi, a denunciare e a lasciare il posto di lavoro in quanto le contenute dimensioni dell’ambiente lavorativo non consentivano un rientro sereno. In questo caso, i professionisti del punto d’ascolto insieme al sindacato hanno messo a punto una strategia vantaggiosa per il lavoratore che, a fronte delle vessazioni subite, ha ottenuto una buona uscita».
In un altro caso una donna ha subìto provocazioni e offese per aver rifiutato “attenzioni” da parte di un collega: «Abbiamo svolto un’azione di sensibilizzazione nei confronti dei vertici dell’azienda interessata dall’episodio - continua la Caparesi -, realtà che ha messo in atto iniziative a tutela della persona vessata e ha preso consapevolezza della necessità di una specifica formazione del personale sulla discriminazione di genere troppo spesso ignorata o sottovalutata». Lo sportello, al suo nono anno di operatività, è costituito da un team di professionisti (psicologo, avvocato, medico del lavoro, medico legale, psichiatra) che offre un supporto qualificato, gratuito, per sostenere lavoratori e lavoratrici che si ritengono colpiti da molestie morali e psicofisiche sul posto di lavoro dove vivono condizioni di particolare disagio. «Il punto Sos Antimobbing attivo sia nella sede centrale di Udine (palazzo Belgrado) sia a Tolmezzo (via Carnia Libera 1944, 15) è sempre più punto di riferimento qualificato per chi è in cerca di aiuto e per superare situazioni di disagio sul posto di lavoro – sottolinea l’assessore provinciale alle politiche sociali Elisa Battaglia -. Il lavoratore, attraverso un percorso dedicato seguito dagli esperti con impegno e competenza, viene sostenuto nel suo particolare frangente di vita con la definizione di strategie ad hoc (supporto legale, psicologico e sindacale) anche attraverso il coinvolgimento dei familiari».
In crescita nel corso degli anni il trend degli episodi segnalati e degli utenti seguiti dalla struttura. Novantadue sono stati i primi accessi (richiesta informazioni telefonica, via mail, telefono) da gennaio a giugno 2015, mentre gli utenti complessivamente in carico nel semestre sono stati 103, di cui 43 nuovi. Ventidue i fascicoli chiusi, 15 gli utenti seguiti dal servizio Anticrisi voluto dal presidente Pietro Fontanini. «Si tratta di persone - spiega la Caparesi - che si sono trovate ad affrontare delle difficoltà di natura economica perché hanno perso il lavoro o perché subissate dalle cartelle esattoriali. In queste situazioni verifichiamo la correttezza delle richieste (ci è anche capitato il caso di una persona che per errore non riceveva più la pensione) e suggeriamo possibili soluzioni».
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