Pignarûl Grant di Tarcento, il fumo va a sud: «Il 2025 sarà un anno di sacrifici»
Sul colle di Coia la tradizionale interpretazione del fuoco epifanico da parte del Vecchio Venerando: «Poteva andare peggio, ma bisogna essere previdenti»
Tutti gli occhi sono per lui, puntati sul signore dei falò epifanici del Friuli Venezia Giulia: attorniato dalle consuete ali di folla il pignarûl grant di Tarcento – acceso a più mani, in una sorta di rito collettivo – s’infiamma, il fumo comincia a salire e punta decisamente verso sud, presagio di difficoltà, di una condizione che costringerà a «fare qualche sacrificio».
«Non è la cosa migliore, ma consoliamoci pensando che c’erano due opzioni peggiori», scandisce solenne il Vecchio Venerando, che dopo aver scrutato per alcuni istanti la direzione della colonna bianca che si innalza verso il cielo profetizza un’annata così così.
«Il senso – dice il saggio, al secolo Giordano Marsiglio – è che quello che abbiamo dobbiamo tenerlo da conto. L’importante è stare attenti: a questa condizione, non c’è da preoccuparsi. Dipende da ciascuno di noi. E ricordate – ammonisce – che la cosa più importante è il rispetto, un atteggiamento fondamentale, che ci permette di andare ovunque».
E con il vaticinio, culmine di tre giorni di festeggiamenti apertisi con la consegna del 70° Premio Epifania e proseguiti con un intenso cartellone di eventi, cala il sipario sulla 97^ edizione del 6 gennaio tarcentino, ravvivato dai bagliori di 11 fuochi propiziatori dati alle fiamme nella conca subito dopo l’accensione del colosso sul colle di Coia, allestito dagli alpini della frazione.
Tante le autorità presenti allo spettacolo, a cominciare dal vicepresidente del consiglio regionale Mario Anzil, foltissima, come detto, la platea, a degna conclusione delle due giornate precedenti: «Parecchie migliaia, da sabato al gran finale – documenta il sindaco Mauro Steccati –, le persone confluite nella nostra cittadina per assistere agli eventi. Determinante è stato l’impegno delle forze dell’ordine e dei volontari, senza il cui appoggio sarebbe inimmaginabile organizzare una manifestazione di questa portata. Solo il 6 gennaio sono stati in servizio 17 agenti di polizia locale, giunti da tutto il Friuli, parecchi uomini della Protezione civile, anche con la squadra antincendio boschivo, personale di carabinieri e Guardia di finanza, per il controllo della viabilità: a tutti loro il nostro grazie per aver reso possibile lo svolgimento in piena sicurezza dei vari appuntamenti in programma, a partire dalla corsa con i carri infuocati, vinta dalla borgata di Sedilis, che avendo inanellato il terzo trionfo deterrà ora il Palio in permanenza; per il prossimo anno ne dovremo predisporre uno nuovo».
E grande successo, in termini di partecipazione e apprezzamento, è stato riscosso pure dalla fogarissa di Grupignano di Cividale, predisposta dagli Amîs di Grupignan e accompagnata dalle scorribande dei Krampus e dalle rullate dei tamburini cividalesi, e dal pignarûl di San Daniele, costruito dagli Amici di Borgo Sacco.
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