Pittoni (Lega): «La riforma sul reclutamento scolastico? Siamo stati convocati all’ultimo, il testo va corretto»
UDINE. «Il testo è stato scritto a palazzo Chigi e non va bene. Ci hanno convocato a 3 ore dall’inizio del Consiglio dei ministri, dopo sei mesi che chiedevamo una riforma seria sul reclutamento del personale scolastico».
Il senatore leghista, vicepresidente della commissione Cultura a palazzo Madama, Mario Pittoni, non ce l’ha fatta a portare a casa i percorsi formativi abilitanti all’insegnamento (Pas) nonostante avesse consegnato il documento nelle mani del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Ma il senatore non si arrende a annuncia la presentazione di una serie di emendamenti tra cui quello che prevede l’inserimento dei Pas.
«Sto preparando gli emendamenti per correggere il pacchetto sul reclutamento dei docenti legato al Pnrr, approvato dal Consiglio dei ministri» assicura il senatore, secondo il quale «il documento è deficitario sull’abilitazione e sulla stabilizzazione, temi di fatto ignorati riproponendo vecchie questioni».
Da qui le domande: «Come si abilitano gli insegnanti nelle scuole paritarie e le migliaia di docenti che necessariamente coprono le supplenze per l’assenza dei titolare? Come si abilita chi da anni presta servizio nelle scuole statali con contratto a tempo determinato?
E i cosiddetti “ingabbiati”, docenti di ruolo che hanno titolo di studio valido per aspirare ad altro insegnamento utilizzando lo strumento contrattuale del passaggio di cattedra o di ruolo?»
Pittoni definisce il disegno di legge «monco e inappropriato a risolvere problemi antichi. È quindi urgente – insiste il senatore – un atto normativo sui percorsi formativi abilitanti all’insegnamento, ai quali affiancare l’accesso diretto ai corsi di specializzazione sul sostegno per chi vanta adeguata esperienza, visto che oltre un docente di sostegno su tre non è specializzato».
Nel testo, sempre secondo Pittoni, «non si fa cenno alla selezione concorsuale, si considerano accettabili gli impopolari test. L’impressione è che si cerchi di imporne l’utilizzo con il “miraggio” dei concorsi annuali, che nella scuola sono tecnicamente impraticabili. Giustificano un impianto più veloce ed economico come vuole il Mef, a discapito della qualità dei docenti».
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