Più di 2 miliardi di finanziamenti a rischio
UDINE. Aumentano in modo preoccupante i crediti deteriorati in Friuli Venezia Giulia. Sono sempre di più le aziende e le famiglie che non riescono a pagare le rate di prestiti e mutui. A fine aprile il totale dei finanziamenti deteriorati era di 2 miliardo 89 milioni, il 6,4% dei prestiti erogati; percentuale di poco al di sotto della media nazionale (6,9%) e di quella del Nord Est (7,1%).
Un dato pesantissimo in crescita. A giugno del 2011, l’Abi registrava finanziamenti deteriorati per un miliardo 152 milioni. Le partite incagliate, in quello stesso periodo, erano 709 di cui 211 esposizioni ristrutturate e 231 esposizione scadute. Se mesi dopo, cioè a dicembre del 2011 sembrava potersi invertire la rotta: i “deteriorati” erano scesi – seppur di poco – a un miliardo 124 milioni anche se le partite incagliate erano aumentate a 715. Con il 2012 le cose precipitano. A giugno di quello stesso anno i prestiti non coperti toccano quota un miliardo 375 milioni, quasi 300 milioni in più rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Le partite incagliate sono 834 (241 e 301), ma arrivano a 1.028 a fine 2012. A dicembre dell’anno scorso, infatti, la situazione si fa ancor più difficile per chi ha chiesto soldi in banca: un miliardo 574 milioni sono i crediti a rischio nelle banche. In attesa del dato di giugno di quest’anno, l’Abi conferma il trend negativo pubblicizzando i numeri di aprile che come si diceva hanno superato i 2 miliardi di cui un miliardo 671 milioni (il 9,3% dei finanziamenti, contro una media nazionale del 10,8%) riguarda le imprese. Quasi un’azienda su dieci in regione non riesce a restituire i soldi agli istituti di credito.
Un altro dato, poi, merita essere segnalato: mentre aumentano le sofferenze, continuano a diminuire le richieste di finanziamenti. Sempre ad aprile, sono stati concessi prestiti per 32 miliardi 860 milioni, cioè il 2,7% in meno rispetto ad aprile dell’anno scorso; 0,2 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale (2,5). Di quei 32 miliardi, 18 sono stati chiesti da imprese (-2,2%) e quasi 10 miliardi e mezzo dalle famiglie (-1,3%). È evidente che questa massa di crediti deteriorati va ad appesantire i bilanci degli istituti di credito che non riescono a sostenere adeguati accantonamenti e coperture.
Un cifra, tra l’altro, che per stessa ammissione di Bankitalia è destinata a crescere, perché anche se la seconda metà del 2013 registrerà una lieve ripresa dell’economia reale, gli effetti sulle imprese si vedranno con un certo ritardo, e molte aziende ormai soffocate dai debiti probabilmente non avranno futuro. Il ritorno della crescita aiuterà soprattutto quelle appena nate e ancora sane.
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