Più medici e orari prolungati: ecco il piano contro le liste d'attesa

UDINE. Lei, l'assessore alla Salute Maria Sandra Telesca, si dice soddisfatta dei risultati ottenuti negli ultimi anni. «Soprattutto perché un sistema così trasparente e dettagliato non c'era mai stato prima». Ma ammette anche alcune criticità restano e c'è ancora molto da fare.
Ecco perché la giunta ha elaborato un piano (che oggi sarà discusso in Consiglio regionale) per tagliare le liste d'attesa delle prestazioni sanitarie. È la priorità del 2017, Telesca lo ha confermato ai direttori generali delle Aziende e degli ospedali, obiettivo cui è anche collegato il "premio" che i dg ricevono ogni anno.
Più medici e ore d'ambulatorio
Il piano chiede ai direttori generali di migliorare l'organizzazione e l'uso degli strumenti contrattuali, soprattutto del personale medico, ma, qualora le risorse aggiuntive fossero già utilizzate con efficienza per poter rientrare dai tempi d'attesa, la giunta stima anche di un fabbisogno di circa 20 medici a tempo pieno per le priorità breve - 10 giorni - e differita - 30 giorni per le visite, 60 per gli esami strumentali - e ulteriori 10 medici per le priorità programmata - fino a 180 giorni. Non solo. Ai dg è richiesto di monitorare l'attività libero professionale, soprattutto delle prestazioni specialistiche che non rientrano nel rispetto dei tempi d'attesa, tagliando se necessario le autorizzazioni. Le altre soluzioni prevedono di portare fino alle 20 l'orario di apertura degli ambulatori ospedalieri e di incrementare le sedute operatorie per raggiungere così l'obiettivo del 90 per cento degli interventi con priorità entro i 30 giorni.
La giunta ha anche stabilito di assoldare manager in ogni Azienda per l'assistenza sanitaria, un responsabile unico aziendale per gestire e tagliare le liste d'attesa, esigenza che è già scritta nelle linee per gli atti aziendali. Dovrà anche essere migliorata l'informazione per i cittadini e l'accesso ai siti internet delle Aziende per agevolare l'accesso degli utenti e ampliare le prestazioni prenotabili via web. Prenotazioni che in farmacia funzionano, come dimostra il caso di Trieste (i dati sono riassunti nella tabella).
Nelle prossime settimane, inoltre, un pieghevole sarà distribuito nelle sale d'attesa, negli ambulatori, tra i medici di famiglia e nelle farmacie con tutte le informazioni utili sui tempi di accesso a visite e interventi, sulle sanzioni per la mancata prestazione entro i tempi o il mancato ritiro del referto.
Ritardi e responsabilità
La relazione bacchetta anche i medici curanti, che ancora troppe volte prescrivono visite non necessarie. «Il tasso specifico di prestazione ambulatoriale per ciascuna area è interessante perché evidenzia in sintesi le prestazioni mediche delle comunità locali. In particolare - è scritto nella relazione -, si segnalano differenze territoriali significative per visita ginecologica, visita dermatologica, visita pneumologica, Tac torace, Risonanza magnetica al cervello, ecodoppler dei tronchi sovra aortici, esofagoduodenoscopia, spirometria, fondo oculare, elettromiografia. Queste diversità nei tassi evidenzia una modalità prescrittiva non specificatamente mediata da esigenze epidemiologiche e pone una riflessione sulla appropriatezza prescrittiva dei medici curanti».
Il documento rileva anche che i volumi di visite e interventi è aumentato nel 2016 rispetto al 2015. Le criticità maggiori nella priorità breve si registrano per le visite di chirurgia vascolare, neurologica, gastroenterologica e per l'elettrocardiogramma da sforzo.
Collaborare con i privati
Telesca conferma la linea. Spiega che con i privati, che guadagnano spazio nelle analisi di laboratorio e in medicina fisica e riabilitazione, si deve collaborare. Sul fronte dei canali di prenotazione, invece, Telesca assicura che la strategia della Regione prevede che più sono, meglio è. «A Trieste - dice l'assessore - la prenotazione delle visite in farmacia funziona perché sono partiti prima.
Dopo l'accordo con Federfarma il sistema sta decollando anche a Udine e Trieste ed è una possibilità da sfruttare perché più canali ci sono per prenotare e meglio è. La farmacia è un ottimo canale. Non abbiamo, invece, aumentato il tetto di risorse per i privati, con cui la collaborazione è necessaria. I fondi restano sotto il 4% rispetto ai 2,2 miliardi che ogni anno assegniamo complessivamente alla sanità, rapporto che è tra i più bassi d'Italia. Sono le Aziende a decidere come distribuire le risorse e se aggiungono fondi da una parte, perché c'è una vera esigenza, è a discapito di altro, ma il tetto resta lo stesso».
Telesca conferma che ci sono prestazioni, come endocrinologia a Udine, per le quali i tempi d'attesa non sono migliorati, «ma accade a Udine perché ci sono molte richieste», spiega l'assessore. «Sull'organizzazione e sull'appropriatezza delle viste dobbiamo lavorare di più con i medici per migliorare - conclude Telescca - e abbiamo già chiesto loro maggiore attenzione. E vogliamo ampliare l'orario di apertura degli ambulatori, perché l'aumento dell'offerta non necessariamente risolve le liste d'attesa.
Questa relazione, approvata all'unanimità dalla Commissione, ci dice però che il sistema di monitoraggio oggi è trasparente e preciso, come avevamo immaginato diventasse nel 2015 quando abbiamo deciso di introdurlo. Certo, ci sono ancora prestazioni da migliorare e continuiamo a lavorare».
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