Più schiamazzi che eventi, Pordenone senza notte bianca

A Udine già da tempo è scattato il business intorno a una idea strutturata. In riva al Noncello c’è voglia di iniziative, ma si fa fatica a gestire la corrente
Udine 11 Luglio 2014 notte bianca Copyright Foto Turco Massimo
Udine 11 Luglio 2014 notte bianca Copyright Foto Turco Massimo

PORDENONE. Notte bianca: due paroline per un grande affare, se non altro da un punto di vista d’immagine. Due paroline, però, a cui Pordenone è stata, sinora, completamente allergica.

Nè nell’era Pedrotti, nè nei due mandati del sindaco Sergio Bolzonello, nè nel corso delle precedenti amministrazioni, i sindaci avevano deciso di inserirla nel programma delle manifestazioni per la bella stagione.

Ma cos’è, poi, questa notte bianca e perchè tutte le grandi città (l’ultima Udine, che ce l’ha in calendario il 4 luglio) la organizzano tranne la nostra? E’ un contenitore di eventi a catena con spettacoli all’aperto, percorsi culturali, musei e palazzi aperti.

Un’occasione, insomma, per gustare e far gustare Pordenone da una prospettiva diversa. Certo non ci si può aspettare di incastonare in una notte tutta la proposta culturale della città. Ma perchè opporsi a priori a un possibile fiore all’occhiello per Pordenone?

Fresco di elezione, a giugno 2011, il sindaco Claudio Pedrotti, da noi sollecitato sull’argomento, aveva promesso: «Non solo non ho un atteggiamento di chiusura a priori verso la notte bianca, ma voglio avviare un percorso per verificare se la stessa sia condivisa dalle categorie economiche, in particolar modo, naturalmente, dai commercianti. Può essere un’opportunità per tutti e non è escluso che, se troveremo l’accordo, già dal 2012 se ne possa parlare».

Condivisione, dunque, come parola chiave, nel lessico del nuovo sindaco, quantomeno sul fronte dei grandi eventi, come potrebbe diventare per l’appunto la notte bianca.

E sul fronte della pacifica convivenza fra organizzatori di eventi e residenti, il sindaco aveva detto: «Non capisco perchè nel Nord Europa la convivenza sia civile e, anche su questo fronte, le cose funzionino. Come fanno? Perchè non possiamo importare questa “ricetta” anche da noi? Capisco le ragioni di entrambe le parti, ma un accordo va trovato. Ecco un altro argomento a cui discutere al tavolo con gli esercenti».

Poi della notte bianca non si è fatto più niente e, quattro anni dopo, esercenti, avventori e residenti sono di nuovo sul piede di guerra, a pochi giorni da un’estate che deve ancora cominciare (temperature a parte).

E’ rimasta, questa fatica di sostituire gli schiamazzi quotidiani con eventi organizzati e gestiti nel rispetto delle regole.

Qualcosa che altrove sono riusciti a fare con successo da anni. Tornando a Udine e all’evento del 4 luglio, per esempio, il sindaco Honsell ha chiamato a raccolta i commercianti per trasformare il centro in un atelier a cielo aperto.

«Vogliamo fare in modo che la notte bianca torni a essere prima di tutto la festa del commercio cittadino, un'occasione per i negozianti che avranno l'opportunità di organizzare eventi e promozioni all'aperto occupando gratuitamente gli spazi antistanti le loro attività, ma anche per i cittadini che potranno fare affari nella prima giornata di saldi e nel contempo potranno assistere a concerti e altre iniziative di intrattenimento a misura di famiglia» ha detto l'assessore al commercio, Alessandro Venanzi.

Non crediamo che a Pordenone le possibilità siano molto diverse. Restano da capire, invece, le volontà.

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