Pnlegge, Suor Rosemary cuce con la speranza

E’ conosciuta a livello mondiale per il suo impegno umanitario nel restituire una dignità alle donne che sono state bambine-soldato in Uganda

PORDENONE. L’Auditorium dell’Istituto Vendramini ha terminato i posti, dalla porta laterale entra lei, nel suo abito celeste con un gran sorriso.

Sto parlando di Suor Rosemary, conosciuta a livello mondiale per il suo impegno umanitario nel restituire una dignità alle donne che sono state bambine-soldato durante la guerra tenutasi in Uganda. Il suo libro “Cucire la speranza” parla della sua esperienza.

Nel 2007 è stata nominata eroina dell’anno da CNN ed nel 2014 è stata inserita tra le 100 persone più influenti al mondo dal “Time Magazine”.

Ma chi è Rosemary Nyirumbe? Nata in Gulu e diventata ostetrica, decide di intraprendere il percorso spirituale, diventando una suora missionaria. La sua vita svolta quando la sua superiora le affida una missione in Gulu che lei non può rifiutare.

Una volta tornata nella città natale scopre che la situazione è peggiore di quanto pensasse.

I ribelli rapivano i bambini, li costringevano ad uccidere la propria famiglia e altre persone di loro conoscenza, per privarmi della tentazione di scappare, non avendo più nessuno dal quale tornare, poi li addestravano a combattere e ad usare le armi.

Le bambine erano molto più preziose rispetto ai maschi, in quanto venivano date in spose come premio ai comandanti e potevano essere usate per vari scopi osceni.

Si tratta di bambini senza un’identità, completamente distrutti, senza più famiglia, cresciuti con e fra la violenza, non accettati dalla società.

La situazione era pericolosa per Rosemary, i ribelli la conoscevano per nome, erano le stesse persone con le quali aveva passato la sua infanzia.

Nel 2001 apre una scuola di sartoria a Santa Monica, che ora ospita 230 ragazze, e si rende conto che il suo compito è quello di alzare queste persone con la sua conoscenza.

La suora ha spiegato come le ragazze che aveva conosciuto si vergognavano di quello che avevano commesso e avevano paura che qualcuno potesse riconoscerle.

A questo punto la presentatrice Lucia Capuzzi ci fa notare la sua borsa rossa, che era stata realizzata a mano dalle ragazze ugandesi.

Rosemary ha spiegato come le borse fossero una metafora della pazienza, infatti il loro compito è quello di cucire assieme diversi pezzi, come la loro vita spezzata che andava riassemblata.

Il suo libro non parla solo della sua vocazione, tratta la situazione in Uganda e nel mondo, in quanto bisogna essere coscienti di ciò che succede per prevenzione. “Cucire la speranza” è la storia del nostro tempo, racconta fino a che punto può arrivare l’uomo. Questa raccolta di storie di dolore parte da vicende drammatiche e raggiunge la speranza.

Ma come prevenire? Rosemary ci insegna una lezione di vita: essere presente anche nelle situazioni dolorose e trasmettere amore, accettare il male e soffrire.

Stupisce il fatto che una suora non parli alle ragazze della scuola di Dio, ma lei afferma che la pratica è più importante della retorica. Lei trasmette il messaggio del suo Dio ogni giorno aiutandole.

Così facendo ha trasmesso alle ragazze-soldato che sono state loro le vere vincitrici della guerra, in quanto i ribelli pensavano di essere riusciti a distruggerle, mentre loro sono rimaste forti e sono rinate.

Com’è possibile mantenere sempre il sorriso nonostante tutte le brutalità alle quali ha assistito? Rosemary ci rivela il suo segreto. Quando sorride si sente sé stessa, lei usa il suo sorriso per avvicinarsi alle persone. Inoltre non può guardare le ragazze con dolore perché loro ne hanno provato di più rispetto a lei.

La conferenza si conclude con un suggerimento riguardo al comportamento da adottare con gli immigrati. Diamogli un lavoro, accettiamoli così come sono, più li isoleremo peggio sarà. Diamo a queste persone la loro dignità. Prendiamo esempio da Suor Rosemary.

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