Poggiana: «Ma l’intesa va verso il rinnovo»
Nonostante l’iniziativa non abbia sortito gli effetti sperati, l’Azienda Bassa friulana-Isontina pare intenzionata a non buttare a mare il progetto delle nascite in Slovenia. Il commissario (e già direttore generale dell’Aas2) Antonio Poggiana, alla domanda del cronista, annuncia che l’accordo «sarà rinnovato», anche e soprattutto «per il valore simbolico che riveste».
In pratica, se con ci saranno colpi di scena o passi indi, potranno continuare ad usufruire di questo servizio le partorienti non solo di Gorizia ma anche di Farra d’Isonzo, Mossa, San Floriano del Collio, San Lorenzo Isontino e Savogna d’Isonzo: donne – è scritto a chiare lettere nei decreti degli anni passati - «seguite nel corso della gravidanza dagli ambulatori ospedalieri di Gorizia o del Distretto sanitario Alto Isontino». Altrettanto interessante l’aspetto finanziario. L’accordo prevede che il costo per ogni parto in Slovenia sia di 1.200 euro: soldi che la Regione gira all’Azienda sanitaria Bassa friulana-Isontina e con i quali quest’ultima paga l’ospedale di Šempeter per il servizio svolto. Negli ultimi decreti sottoscritti dall’Azienda sanitaria si evidenzia come l’accordo stipulato tra la Regione Fvg e l’ospedale di Sempeter, sottoscritto il 18 luglio 2014, «sarà valido sino a che una delle due parti non comunicherà una diversa volontà». Pertanto, si ritiene che verrà automaticamente rinnovato, appunto, sino a quando uno dei sottoscrittori non si tirerà indietro.
L’ospedale preferito, dopo la dolorosa chiusura del Punto nascita cittadino, resta il “San Polo” di Monfalcone, seguito dal nosocomio di Palmanova. —
Fra.Fa.
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