Polcenigo, riti satanici accanto alla Santissima

Scenari inquietanti a due passi dalle sorgenti del Livenza, tutelate dall’Unesco. Sui muri teschi e numerologia diabolica vicino a una cappella abbandonata

POLCENIGO. Belzebù signore delle tenebre è invocato a 200 metri dal santuario della Santissima. Le sette sataniche si nascondono nell’ombra, tra polle risorgive e boschetti nella Pedemontana. Le messe cristiane sono celebrate da don Silvio a 90 anni, ogni domenica nel santuario della Santissima, che si riempie di fedeli. Riti e sabba a poca distanza. Tra croci “sparate” con lo spray sui muri, si celebrano i riti di una fede rovesciata ai culti satanici, nell’ex casa dell’acqua.

È uno scenario inquietante e di degrado, quello tra le sorgenti di cristallo del Livenza. Un eden apparente, protetto dall’Unesco. Sui muri c’è la numerologia diabolica che ripete il 6, croci rovesciate, simboli del male in una casa senza tetto che ha il profilo di una cappella abbandonata.

«La struttura appartiene al Comune di Caneva, nel territorio di Polcenigo – dice Egidio Santin, già vicesindaco di Polcenigo –. È stata recuperata negli anni Ottanta, poi ha prevalso il degrado. Il gorgo che si doveva formare, tra le paratie della casa museale, è inesistente: la corrente ha cambiato corso. Resta una struttura fuori sicurezza». Rottami di ferro, plastica nel pozzo che si apre all’interno tra passerelle grigliate che sembrano altalene. «La struttura – invoca Santin – va messa in sicurezza. I turisti passano con i bambini, da queste parti».

Il diavolo lancia l’esca nei siti web e ci sono sacilesi che si affiliano ai gruppi dedicati, on line. Uno dei punti di ritrovo, per messe nere e riti orgiastici, potrebbe essere tra le sorgenti del Livenza alla Santissima. Le statistiche aggiornate dall’Osservatorio antiplagio indicano 300 operatori dell’occulto in regione: una cinquantina a Pordenone e dintorni, dichiarati. Il sommerso è un’incognita.

La mappa dei devoti al principe delle tenebre, invece, è sfilacciata e nascosta. Ci sono indizi, raccolti nel medio periodo: croci rovesciate sono state trovate vicino al Santuario di Madonna del Monte, in Aviano. A Pordenone, in via delle Crede nella cappella nobiliare di una villa abbandonata sono comparse scritte e simboli del male, alcuni anni fa. Altri segni dalle parti dell’ex cotonifico Makò, a Cordenons. Una studentessa liceale della Bassa ha squarciato la coltre di silenzio.

«A Tamai un gruppo di giovani è stato allontanato da una chiesetta chiusa – aveva raccontato L.B. –, che avevano imbrattato con scritte e simboli demoniaci. Partecipavano alla messa domenicale, prendevano la particola della comunione e la nascondevano. La chiesetta è stata murata».

Qualche studente, ci è cascato. «Un ragazzo mi ha chiesto informazioni – aveva segnalato Enrico Moro docente di religione cattolica a Pordenone, qualche anno fa –. Si è avvicinato a una setta e forse, l’ho fermato in tempo». Episodi che accendono la spia sul cruscotto del para-normale.

«Croci rovesciate, animali sventrati, scritte sataniche vicino a luoghi sacri o cappelle abbandonate – ha indicato un sacerdote pordenonese –. L’interesse al demoniaco denuncia un calo nella fede autentica».

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