Poligono Cellina Meduna, caccia ai metalli pesanti

CORDENONS. Si è conclusa la scorsa settimana la bonifica bellica nell’area del poligono militare Cellina Meduna che a gennaio sarà interessata dalle operazioni di caratterizzazione dei metalli pesanti, ultima fase di un iter iniziatosi nel 2013.
La pulizia dai rifiuti e da eventuali residuati bellici ha dato esito negativo: non sono cioè stati ritrovati ordigni che avrebbero potuto costituire un pericolo. C’è quindi l’autorizzazione a scavare nel terreno, ovvero a dare corso alla fase di caratterizzazione che porterà al prelevamento di campioni di suolo sui quali saranno effettuate le analisi.
Questo intervento si terrà a gennaio, dopo le festività, e si concluderà entro la fine dello stesso mese. Seguirà quindi la fase delle analisi. Entrambi gli interventi sono stati affidati dall’esercito, con gare d’appalto, a imprese specializzate e hanno richiesto un investimento di 37 mila euro: 7 mila per la bonifica bellica e 30 mila per la caratterizzazione.
A essere interessata è una zona di alcune centinaia di metri quadrati (sui 35 chilometri quadrati di poligono militare) al cui centro si trova l’area bersagli, nella quale nel 2013 l’esercito stesso aveva riscontrato la presenza di valori di metalli pesanti oltre la soglia. Il nulla osta al piano di caratterizzazione dei metalli pesanti era stato dato a marzo di quest’anno dalla Conferenza dei servizi al termine delle analisi sulla radioattività del suolo.
Il centro regionale di radioprotezione di Arpa aveva presentato i risultati dell’attività svolta tra luglio 2016 e marzo 2017, indirizzata alla verifica e alla rimozione dei residui radioattivi. Questi hanno attestato la non pericolosità dei valori emersi, tutti al di sotto della soglia di attenzione radiologica. In quella sede era stata quindi stilata la tabella di marcia per la caratterizzazione dei metalli pesanti, che l’esercito sta rispettando.
Questo argomento era stato temporaneamente congelato in quanto, dalle prime indagini, era emersa la presenza di Torio 232 (elemento radioattivo presente in natura e sotto forma artificiale) in quantità superiore a quella del fondo naturale, dovuta all’utilizzo sino al 2004 di missili Milan da esercitazione.
Da qui la necessità di effettuare, in via precauzionale, la ricerca di eventuali frammenti e la loro asportazione dal piano di campagna. Attestata l’assenza di rischi per l’uomo e reperiti i fondi, l’esercito ha potuto dare corso alla seconda e ultima fase. L’intera operazione si sta svolgendo secondo le indicazioni dell’Arpa Fvg e in collaborazione con la stessa.
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