Polisportiva senza più dg

Il baskettaro Fausto Deganutti, ex arbitro, presidente Fvg e consigliere nazionale Fip, interviene sulla crisi dello sport che gli sta più a cuore e rivela che per il Volta e l’arte si disimpegna dalle società udinesi consorziate

UDINE. Fausto Deganutti – ex arbitro di serie A anni Ottanta, presidente Fip Fvg di fine secolo scorso e consigliere nazionale fino agli inizi del Duemila – non riesce a non farsi vivo quando il basket chiama.

«La crisi – parte a razzo – è figlia dei problemi che ha il resto dello sport in Italia. Niente c’è di diverso per le piccole società. E’ dovuta all’insana gestione da parte delle federazioni nazionali. Negli anni del boom e fino al 2000 non hanno percepito l’arrivo di una grande crisi».

Cosa non hanno previsto?

Non hanno capito una cosa fondamentale: loro compito è promuovere e sviluppare l’attività sportiva, il che significa fare giocare i giovani. Le federazioni con sezioni professionistiche facciano come il calcio, due settori: professionisti, dilettanti. In uno sport che, per ritorni in termini di sponsor e visibilità, è fuori contesto economico, pur se comincia a battere in testa.

Federbasket acefala?

Non percepire l’ampiezza della crisi nonostante le defezioni di squadre in tutta Italia, dalla A alla C, è stata una mancanza di attenzione verso le piccole società. Pensare di fare quadrare i bilanci con le tasse gara pagate dai club periferici porta al default. Lo dissi in consiglio federale, con altri amici, dal 1998 al 2001, ma non abbiamo avuto il piacere di essere stati ascoltati.

Petrucci 2, la vendetta?

Non so che farà. Ora ha anche il problema dei parametri. So che devono finire le tante Nazionali e under che girano il mondo con infinite serie di dirigenti. Non si possono lasciare gestire interi settori a leghe e procuratori. Non si deve tornare alla pallacanestro all’aperto, ma non si possono spendere migliaia di euro in attrezzature per fare giocare i bambini, con i costi delle palestre aumentati a dismisura. Basta con corsi allenatori a Bormio anche per la C, siano locali. Si riveda la geografia dei gironi nelle minori per ovviare al caro trasferte, in A2 femminile pare l’abbiano capito. Insomma, bisogna tagliare le spese se no addio Fip, si gioca altrove.

Il riferimento è attuale.

Negli anni Ottanta a Udine c’era la Seconda divisione, ora non c’è la Prima e si fatica a fare la Promozione. Ci vogliono tasse gara più basse, competitive e meno problemi di campo. Si rilanci la campagna canestri negli oratori. Presidente regionale io dal 1995 al 1998, la Fip ne offrì uno ancora frequentato al parco di via San Daniele a Udine. Avevamo la sede, ospiti Coni, a Kontovello, e l’hanno riportata in affitto al Rocco. Apprezzo, comunque, quanto fanno Adami in regione e Bardini a Udine. Bisogna farsi sentire a Roma.

In questo quadro ti sei riproposto dg in Polisportiva.

Anche gli altri sport hanno problemi. La soluzione per le piccole società è che si coalizzino. Abbiamo lavorato 2 anni, dopo uno di polemiche, con qualche risultato. Si poteva fare di più, forse non siamo stati abbastanza bravi a vendere il prodotto. Questa è la stagione della svolta. Seguirò senza particolari incarichi, perché sono molto impegnato al Volta e nell’arte.

Lo stato delle associate?

Mi auguro la collaborazione, anche solo giovanile, tra Rugby Udine e Leonorso (non associata, ndr). Anche la Pav volley potrebbe farlo. Dell’hockey non ho idea, non ho notizie. Allo Sporting di basket femminile, non più Delser, spero serva Ferrari testimonial. Per fortuna nel basket maschile c’è Gsa.

E’ abbastanza autonomo.

Sì, e con un progetto manageriale di gestione anche del Benedetti non da sponsor e basta.

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