Politiche, nel Pd si abbatte il ciclone Cerno e sconvolge gli equilibri

UDINE. La notizia, precisa e corretta, ma devastante per gli equilibri del Fvg arriva nella notte tra giovedì 25 e venerdì 26 gennaio.
L’ex condirettore di Repubblica e direttore di Messaggero Veneto ed Espresso Tommaso Cerno, infatti, è stato scelto personalmente da Matteo Renzi e ha accettato di lasciare il giornalismo per abbracciare la politica candidandosi in uno dei collegi senatoriali di Milano e nel ruolo di capolista in Fvg per palazzo Madama.
«Ho sempre vissuto dando un significato profondo alle parole – ha detto Cerno –. E sono state due di queste a convincermi ad accettare. La prima è partito. Una parola che significa politica e prendere parte. In un periodo, in Italia, in cui tutti parlano di movimento oppure di forza io ho scelto la parola partito.
La seconda, invece, è democratico. Sono nato nell’anno in cui moriva Pier Paolo Pasolini e sono cresciuto in un Paese in cui si poteva contestare tutto e tutti, ma la parola democrazia era scolpita nel marmo. Adesso non è più così.
Però esiste una forza che, da dieci anni a questa parte, ha saputo unire queste due parole, il Partito democratico, e io ho deciso di volerne fare parte».
Milano o regione che sia – dipenderà dai risultati elettorali –, per Cerno il suo approdo in Parlamento avverrà assieme «al meglio» della sua terra natale.
«Porto con me il mio Friuli – ha concluso – che è quello di Pasolini, di Loris Fortuna, Beppino Englaro, David Maria Turoldo, Franco Basaglia e D’Aronco. Esempi di chi non ha mai chinato la testa, ma ha saputo e voluto lottare.
È questo il Friuli più bello che ha cambiato l’Italia con persone che hanno messo a disposizione le loro vite per i diritti. E quando parlo di diritti, non mi riferisco soltanto al biotestamento, al divorzio oppure alle unioni civili.
Parlo anche del diritto di andare in giro per le nostre città, andare al Bataclan, al cinema senza timore. In un periodo di paure, i diritti rappresentano l’unico antidoto possibile e il Friuli che porto con me è quello che ha dimostrato all’Italia, dove tanti vogliono l’immutabilità, che questo Paese è in grado di cambiare».
Cerno, dunque, sarà il capolista al proporzionale e la sua candidatura porta ancora maggiore fibrillazione all’interno di un Nazareno già vicino al punto di collasso tra tensioni, richieste e ipotesi di inserimento, o meno, in lista.
La prima conseguenza della scelta di Cerno è l’addio al ruolo di capolista per Franco Iacop. Il presidente del Consiglio regionale, in virtù dell’alternanza di genere obbligatoria al proporzionale, scivola al terzo posto mentre al secondo dovrebbe esserci un esponente della minoran«a slovena, probabilmente la scrittrice Tatjana Rojc.
Così a Iacop resta una sola speranza per andare in Senato e cioè che Cerno vinca a Milano e che, in Fvg, il Pd chiuda, con una buona percentuale, davanti al M5s. In tutto ciò, inoltre, si muove pure la variabile Riccardo Illy che si è preso 24 ore di tempo – deciderà oggi – prima di accettare oppure rifiutare la proposta dell’ex premier di essere schierato a Trieste e Gorizia.
La vera buriana, però, non è tanto al Senato – visto che ha deciso direttamente Renzi e tutti devono adeguarsi – quanto alla Camera dove è andato in scena un piccolo psicodramma.
Lo schema di base, come noto, prevede Ettore Rosato capolista e Debora Serracchiani nel ruolo di numero due così come comunicato da Luca Lotti a una – si dice – furente presidente.
Dal Nazareno, nel dettaglio, si racconta di una governatrice sul piede di guerra e che proprio non ne vuole sapere di essere schierata alle spalle del capogruppo.
Così Serracchiani ha provato a chiedere di candidare Rosato fuori regione – ma i posti sono limitatissimi – oppure di essere schierata lei all’esterno del Fvg (Liguria o Marche?), ma al Nazareno i conti, venerdì 26, hanno fatto fatica a tornare fino agli ultimi minuti prima della direzione posticipata due volte.
Nel gioco dei bracci di ferro, quindi, si è inserito anche Giorgio Zanin che per confermare la sua disponibilità a correre a Pordenone ha chiesto il terzo posto alle spalle di Rosato e Serracchiani nel listino.
Il partito, però, vorrebbe metterci Paolo Coppola per garantire al parlamentare uscente una speranza di elezione – che diverrebbe realtà soltanto nel caso in cui Serracchiani o Rosato vengano schierati anche in un collegio e almeno uno dei due ne esca vincitore – con il deputato che ha continuato a “ballare” assieme a Francesco Martines (favorito) per l’uninominale di Udine.
A un certo punto, inoltre, è stata messa in forse pure la candidatura di Silvana Cremaschi a Codroipo, ma le alternative non sono piaciute e, sembra, la discussione è finita in breve.
O almeno così pare perché oggi la direzione del Pd “visterà” le liste e quindi sapremo come si saranno concluse le partite interne, ma la consegna in corte d’Appello potrà avvenire soltanto domani e dopodomani. E la politica insegna che i cambi dell’ultimo minuto non sono una rarità. Anzi.
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