Ponte crollato al collaudo, causa da 373 mila euro

Pordenone, la somma richiesta da Fvg strade ai quattro condannati per disastro colposo. I danni cagionati dalla mancata sistemazione dell’intera zona viaria circostante

PORDENONE. Ponte crollato del Chiavalir: otto anni dopo l’incidente, a procedimento penale concluso in Cassazione, Friuli Venezia Giulia strade spa, concessionaria della regionale 552, chiede il risarcimento dei danni conseguenti alla sistemazione di tutta la zona viaria rientrante nel cantiere, sospeso per molto tempo a seguito del crollo.

Fvg strade, assistita dall’avvocato Luca Turrin, chiama in causa, davanti al tribunale civile di Pordenone (la prima udienza è stata fissata per fine novembre) il capocantiere Franco Fuscello, 56 anni, udinese, il direttore dei lavori per conto della Provincia Michele Artusato, 55 anni, di San Donà di Piave, il direttore tecnico e titolare della Consol strade srl – azienda appaltatrice dei lavori – Domenico Bruno, 76 anni, di Remanzacco e l’ingegnere collaudatore tecnico e statico in corso d’opera Virgilio Ciriani, di Cordenons. La spa regionale chiede il risarcimento dei danni conseguenti al crollo, quantificati in 373 mila euro.

Il procedimento penale è passato in giudicato con la pronuncia, il 15 dicembre 2011, della Cassazione. Michele Artusato e Franco Fuscello erano stati condannati rispettivamente a un anno di reclusione e a otto mesi di reclusione; Domenico Bruno a un anno e quattro mesi e Virgilio Ciriani (che aveva rinunciato al ricorso) a un anno di reclusione. Eano accusati di disastro colposo e lesioni, visto che il ponte era crollato durante le fasi di collaudo e un camionista era rimasto ferito.

Il nuovo ponte che attraversa il torrente Vielia in località Chiavalir, sulla regionale 552 a Tramonti di Sopra (la strada porta a Socchieve dal passo Rest), il 15 dicembre 2004 crollò su se stesso inghiottendo tre camion carichi di ghiaia e un autista, Angelo Picotto, 75 anni, di Mortegliano, che solo per miracolo non riportò lesioni gravi.

Il camionista aveva appena sistemato il suo tir accanto agli altri due, ma prima che potesse allontanarsi e raggiungere i colleghi fu risucchiato dal crollo. Il cedimento avvenne poco prima delle 10; un’ora dopo era attesa la commissione di collaudo.

Quando venne appaltata l’opera di realizzazione del nuovo ponte, furono commissionati anche i lavori di miglioramento della rete viaria circostante e di accesso; a seguito del crollo la Provincia ordinò la sospensione dei lavori, che rimasero bloccati per diverso tempo. I danni che Fvg strade chiede oggi, sono conseguenti alla sistemazione di tutta l’area che rientrava nel cantiere. La perizia di stima fu redatta dall’Anas (comprende i costi sostenuti per sistemare la viabilità di accesso al ponte e le opere accessorie), ente al quale, in base al decreto legislativo 111/04, è subentrato Fvg strade spa.

La parola ora passa al tribunale civile di Pordenone.

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