Ponte crollato, la Provincia entra in causa

Pordenone, un danneggiante, con condanna definitiva, aveva chiesto all’ente di farsi carico dell’eventuale maxi-risarcimento civile
20040206 - ROMA -ANM: SCIOPERO TOGHE 11 MARZO, IL 12 VIRTUALE - Una foto di archivio che mostra una toga adagiata su una sedia in un' aula di tribunale. MASSIMO CAPODANNO /ANSA/JI
20040206 - ROMA -ANM: SCIOPERO TOGHE 11 MARZO, IL 12 VIRTUALE - Una foto di archivio che mostra una toga adagiata su una sedia in un' aula di tribunale. MASSIMO CAPODANNO /ANSA/JI

PORDENONE. Dieci anni dopo i fatti, ancora un processo, ancora un giudizio per chiudere una vicenda che ha creato danni diretti – il crollo di un ponte, i disagi a una comunità, cantieri doppi – e indiretti (spese legale in primis). La vicenda del crollo del ponte Chiavalir a Tramonti di Sotto (avvenuta nel 2004 lungo la strada regionale 554 del Passo Rest) rischia di durare anche più della stessa Provincia di Pordenone.

Lo scorso 7 gennaio, infatti, la Provincia ha ricevuto l’atto di citazione notificato con cui l’ingegner Michele Artusato, già condannato in via definitiva per il crollo del ponte, «ha chiamato “cautelativamente” in causa la Provincia di Pordenone a manlevarlo nell’ipotesi in cui l’azione di risarcimento danni intentata da Friuli Venezia Giulia Strade spa – avente causa di Anas spa - risulti fondata». In pratica Artusato chiede che, qualora la causa civile in corso dia ragione a Fvg strade, la Provincia di Pordenone si faccia carico dei danni contestati al professionista.

L’ente di largo San Giorgio, nell’ultima seduta di giunta, si è costituita in giudizio con l’intenzione naturalmente di opporsi alla richiesta «considerato che la Provincia di Pordenone ha a suo tempo ottenuto dall’ingegnere Michele Artusato il risarcimento del danno per la quota a lui riferibile, impregiudicata ogni azione nei confronti degli altri responsabili» e «ritenuto pertanto che la chiamata in causa è infondata in quanto non esiste nessun obbligo di manleva dell’mministrazione danneggiata nei confronti del soggetto danneggiante”.

La causa civile intentata da Friuli Venezia Giulia strade spa, concessionaria della regionale 552, è scattata l’estate scorsa. La società ha chiesto il risarcimento dei danni conseguenti alla sistemazione di tutta la zona viaria rientrante nel cantiere (sospeso per molto tempo a seguito del crollo) chiamando in causa Artusato (direttore dei lavori del cantiere incriminato, di San Donà) ma anche il capocantiere Franco Fuscello, il direttore tecnico e titolare della Consol strade srl - azienda appaltatrice dei lavori - Domenico Bruno, e l’ingegnere collaudatore tecnico e statico in corso d’opera Virgilio Ciriani, di Cordenons. La società concessionaria della strada ha chiesto un risarcimento dei danni quantificato in 373 mila euro.

Il procedimento penale è passato in giudicato con la pronuncia, il 15 dicembre 2011, della Corte di Cassazione. Michele Artusato è stato condannato (per disastro colposo e lesioni) a un anno di reclusione. Il ponte, infatti, era crollato durante le operazioni di collaudo e un camionista era rimasto ferito.

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