Ponte sull’Alberone degradato Cantarutti: va riparato in fretta

CIVIDALEFerri a vista, sotto l’effetto del tempo e di alcuni eventi meteo eccezionali: il ponte cividalese sull’Alberone, quello che sorge in corrispondenza del suo sbocco nel Natisone, non sembra...

CIVIDALE

Ferri a vista, sotto l’effetto del tempo e di alcuni eventi meteo eccezionali: il ponte cividalese sull’Alberone, quello che sorge in corrispondenza del suo sbocco nel Natisone, non sembra passarsela proprio bene.

Eloquente un’immagine scattata dalla squadra della Protezione civile della città ducale nell’ambito delle periodiche attività di monitoraggio del territorio e delle infrastrutture.

Pubblicata sulla pagina Facebook del gruppo, la fotografia accende il dibattito sullo stato di salute della costruzione, non più giovane e penalizzata, fra l’altro, dal “carico” di un paio di piene da record, che avevano trascinato verso il ponte un ammasso di grossi tronchi.

I segni del deterioramento sono netti, per quanto solo un’analisi tecnica mirata e approfondita possa stabilire se gli stessi comportino effettivi rischi: «Noi – sottolinea, non a caso, il coordinatore della squadra comunale di Pc, Gianfranco Mauri – ci occupiamo semplicemente della rilevazione di possibili elementi di criticità nell’area di nostra pertinenza, trasmettendone poi comunicazione agli enti competenti. Non siamo in grado di dire, nel caso specifico, se la situazione documentata nasconda pericoli».

Sta di fatto che la parte centrale dello stretto ponte (sul quale, proprio per le ridotte dimensioni della carreggiata, i veicoli transitano sostanzialmente a senso alternato) si presenta “rosicchiata” ormai da parecchio.

E non si parla di mesi, bensì di anni: «Oltre un decennio fa – ricorda l’ex assessore alla Protezione civile, oggi consigliere delegato, Davide Cantarutti – avevo segnalato l’opportunità di un intervento di consolidamento della struttura, che era stata colpita da una straordinaria ondata di piena. Il livello dell’acqua era salito fino a sfiorare la strada e tronchi di dimensioni importanti, insieme a un ammasso di ramaglie, erano finiti contro l’arcata, facendo pressione. Era stato necessario tagliarli per consentire il deflusso delle acque. Adesso, a distanza di un decennio e più, la situazione risulta ulteriormente compromessa: ritengo che bisognerebbe programmare in fretta un’opera di sistemazione del ponte, per evitare che il quadro continui ad aggravarsi». —

L.A.

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto