Popolo di spreconi, ognuno di noi butta via 28 chili di cibo l’anno

Intervista a Federico Nassivera dell'Unità di ricerca regionale dell'ateneo udinese Venerdì 5 febbraio ricorre la Giornata per la prevenzione dello spreco alimentare





Venerdì 5 febbraio ricorre l’ottava “Giornata nazionale per la prevenzione dello spreco alimentare”, fenomeno che in Italia oggi è quantificabile in circa 10 miliardi di euro e che causa l’emissione di elevatissime quantità di Co2 in atmosfera. Già nel 2018 il progetto “Reduce” si è proposto di monitorare e quantificare lo spreco alimentare nel nostro Paese. Una unità di ricerca regionale dell’Università di Udine, composta daFrancesco Marangon, Stefania Troiano e Federico Nassivera, si è occupata in particolare dello spreco generato nelle mense scolastiche delle scuole primarie del territorio nazionale. È stato preso in considerazione un campione di 78 plessi, 18 dei quali ubicati nella nostra regione, in cui sono stati monitorati 9 mila 119 pasti utilizzando una modalità desunta dalle procedure di monitoraggio Food and agricolture organization (Fao). Ne abbiamo discusso con il dottor Nassivera.

Che cosa è emerso nella vostra indagine sugli sprechi alimentari nelle mense scolastiche delle scuole primarie?

«Abbiamo osservato che quasi 120 grammi del pasto erogato e proposto ad un alunno, pari ad una percentuale del 22,1%, non era consumato. La nostra regione rispetto al resto del Paese è leggermente più virtuosa, perché lo spreco si attesta intorno al 17%. Sono dei numeri comunque elevati considerando che 90 grammi di cibo vengono sprecati ogni giorno da ciascun bambino, Dati altrettanto allarmanti sono stati raccolti anche nello studio Reduce relativo all'ambiente domestico, che ha evidenziato uno spreco pari a 28 kg all’anno pro capite».

Quali alimenti vengono maggiormente scartati e perché?

«Tramite la compilazione giornaliera di un diario alimentare le 400 famiglie prese a campione erano tenute ad indicare tipologia, peso, motivazione e modalità di smaltimento di ciò che scartavano. Gli ortaggi si trovano al primo posto per un totale di 7 kg sprecati all’anno pro capite, poi i latticini il cui spreco raggiunge i 5 kg all’anno, seguiti dai 4,5 kg della frutta e dai 3,2 kg prodotti da forno. Le motivazioni dello spreco sono ascrivibili per il 46% al superamento della data di scadenza e per il 29% al mancato gradimento del prodotto. Il pasto in cui si spreca di più è la cena. Questi dati evidenziano la chiara responsabilità delle famiglie nello spreco e spesso una scelta poco razionale e consapevole al momento dell’acquisto».

Alla luce di questi risultati, quali provvedimenti possiamo adottare noi in famiglia?

«Vi consiglio di consultare il decalogo del professor Segrè, scaricabile dal sito “www.sprecozero.it” che riassume i comportamenti più corretti: fare sempre una lista della spesa, comprare solo ciò che serve davvero, leggere bene le etichette dei prodotti e le modalità di conservazione, prediligere prodotti locali e di stagione, usare la fantasia per trasformare gli avanzi, e, al ristorante, se non si finisce tutto, chiedere la family bag, educare i propri figli al valore del cibo e condividere con i vicini il cibo in eccesso. L’ultima indicazione è di stimolare il consumatore a pensare e ad agire in modo sostenibile e circolare».

Quali altre iniziative sono state prese a livello nazionale e locale?

«In primis ricordo l’evento online di venerdì 5 Febbraio in occasione della “Giornata nazionale per la prevenzione dello spreco alimentare” organizzato da “Last minute market”. Questa realtà mette in relazione gli ambiti in cui si generano sprechi con le associazioni benefiche che distribuiscono cibo alle persone in difficoltà. Sono anche state ideate alcune applicazioni come “Too good to go” che permettono il dialogo tra chi ha una eccedenza alimentare e chi può beneficiarne con uno sconto. Noi crediamo molto inoltre nelle iniziative di sensibilizzazione nelle scuole primarie, perché i bambini hanno il potere di condizionare il comportamento dell’intera famiglia». —

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto