Porcia celebra Gildo Un premio e un sito per il ristorante che ha fatto epoca

Ermenegildo Fanzago ricevuto in municipio da Sartini e Blarasin «Ai giovani cuochi dico: tenete duro, arriveranno tempi migliori» 
Donatella Schettini

la storia



Era chiamato “il re della griglia” e “il re della cucina” Ermenegildo Fanzago, più conosciuto come Gildo, che il 1º maggio di 60 anni fa ha avviato a Porcia una delle avventure culinarie e imprenditoriali più importanti della regione: il ristorante “Da Gildo”, chiuso nel 2002.

Per celebrare l’anniversario è stato aperto un sito internet (www.gildoporcia.it) e Gildo è stato ricevuto in municipio dal sindaco Marco Sartini e dall’assessore Lorena Blarasin.

È lo stesso ristoratore, classe 1935 nato ad Annone Veneto, a raccontare l’avvio. «Avevo già lavorato nei ristoranti più famosi d’Italia – racconta –, dal Savini di Milano alla Camilluccia di Roma, al Rosso e Nero di Napoli, al Caval ’d Brons di Torino». Passando per Porcia aveva trovato i locali, tre stanze nei pressi del castello, in cui aveva deciso di aprire il suo ristorante. Nel primo giorno di apertura si fermarono 120 persone per mangiare. Erano altri tempi anche per Porcia: non c’era ancora la Zanussi, la città contava 7.500 abitanti e «a quei tempi – sottolinea Gildo – per farsi conoscere bastava il passaparola».

Un’avventura che Gildo aveva avviato con l’amata moglie Anna Maria Sonato, originaria di Verona, scomparsa nel 2002. «Grigliavo su due pietre – rammenta – e spesso con l’ombrello per ripararmi dalle gocce di condensa che il caminetto non riusciva a evitare. Io in cucina e Anna in sala». Il passaparola aveva funzionato e la gente arrivava da ogni luogo, non solo dalla provincia, ma anche da Udine, Treviso e oltre. Un luogo scelto non solo per la cucina, ma anche per l’accoglienza che la coppia riservava agli ospiti.

Un luogo amato anche dai vip dello sport, dello spettacolo e della politica che, arrivati in provincia facevano tappa obbligata da Gildo. Lo testimoniano le numerose fotografie che il ristoratore aveva scattato negli anni, oggetto anche di due mostre e pubblicate sul sito appena aperto. Un elenco lunghissimo quello dei personaggi del mondo dello spettacolo tra cui Erminio Macario, Gino Bramieri, Ave Ninchi, Marcello Mastroianni e Ornella Vanoni. Tra gli anni ’60 e ’70 era consuetudine anche per molti pordenonesi terminare la serata al Verdi da Gildo. Nel 1982 il ristorante si è trasferito al palazzo dei marchesi Gherardini.

Gildo ha ricevuto nella sua lunga attività numerosi riconoscimenti e premi «anche se – aveva detto – i riconoscimenti più belli sono quelli che vengono dalla gente».

Nel 2002, a appena 62 anni, è mancata Anna e Gildo non se l’è sentita di proseguire senza di lei. Il locale ha chiuso, concludendo anche un’epoca.

Oggi Gildo, in pensione, ha un pensiero oggi per i giovani ristoratori: «Li invito a tenere duro. Noi uscivamo dalla guerra e poi c’è stato il boom economico. Mi auguro che succeda la stessa cosa dopo il Covid». E svela il suo segreto per capire se il piatto piaceva: «Ho sempre spiato i miei clienti, mi bastava un occhiata per capire se erano soddisfatti o meno di quello che mangiavano. Se non era così mi studiavo subito qualcosa per aggiustare il piatto».—



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