Porcia, dopo il crollo della gru la Procura ipotizza il reato di disastro colposo

Avvisi di garanzia potrebbero essere imminenti: intanto si lavora nel cantiere sotto sequestro

PORCIA. E’ un clima di ritorno alla normalità soltanto apparente quello che si respira a Porcia all’indomani del crollo della gru nel cuore di un quartiere residenziale.

Il colosso di ferro da oltre dieci tonnellate si è schiantato a terra lunedì mattina, poco dopo le 9, abbattendosi sul parcheggio del supermercato Despar, sulla strada di fronte (via Roma) e sul giardino di un’abitazione, dopo avere polverizzato il pergolato.

Solamente per puro caso l’incidente non ha lasciato dietro di sé vittime o feriti. Restano lo choc e la voglia di capire come sia potuto accadere un disastro simile da parte di chi ha assistito in prima persona a quei terribili momenti.

E delle tante famiglie che occupano le decine di appartamenti che circondano il cantiere al quale sono stati posti i sigilli. Per gli eventuali responsabili dell’accaduto la Procura ha ipotizzato i reati di crollo di edificio colposo e di disastro colposo.

Al momento, non risulta nessun nome iscritto nel registro degli indagati, in quanto sono da chiarire le diverse posizioni dei soggetti coinvolti: dal costruttore della gru al montatore, passando per chi aveva il compito di effettuare le verifiche sulla sicurezza e il direttore di cantiere.

Ma non è escluso che avvisi di garanzia possano essere imminenti.

L’obiettivo è quello di ricostruire in modo chiaro il quadro delle responsabilità. La Procura potrebbe decidere di ordinare anche una perizia tecnica.

Notte insonne ripensando allo scampato pericolo

I primi accertamenti sull’area degli scavi sono scattati lunedì subito dopo lo schianto del gigante di ferro, affidati ai tecnici del Servizio prevenzione igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro e ai vigili del fuoco, impegnati per molte ore anche nei lavori di smontaggio della carcassa metallica.

Carabinieri e polizia hanno acquisito invece le testimonianze che potrebbero essere utili alle indagini: la documentazione finirà oggi stesso sul tavolo del sostituto procuratore Maria Grazia Zaina che si sta occupando del caso.

A dispetto di tutto, all’interno del cantiere si lavora. Un mezzo era all’opera proprio nei pressi del punto in cui la gru era posizionata, sopra una serie di piastre che sono franate in avanti – stando alle ricostruzioni – trascinando con loro l’immenso ammasso di ferro.

Nel grande buco approntato per gettare le fondamenta del nuovo stabile, denominato “Principe 2”, erano ben visibili ieri i resti della base della gru.

Una continua processione di curiosi, specialmente a piedi e in bici, si fermava a guardare i segni della devastazione, soprattutto in quel cortile al civico 2 di via Alfieri dove il colosso metallico ha terminato la propria corsa, a pochi metri dal padrone di casa, travolgendo il pergolato dove la sera precedente il crollo ridevano e scherzavano 14 bambini e le loro famiglie.

Le foto del “gigante inerme” abbattuto a terra hanno inondato i social network, dove monta la rabbia per quello che sarebbe potuto essere un vero e proprio disastro.

Per pura casualità nessuna persona o automobile di passaggio su via Roma – solitamente trafficata essendo la strada di collegamento tra la Pontebbana e il centro storico – si è trovata nella traiettoria della gru, che ha travolto impietosa qualsiasi cosa le sia sia parato di fronte.

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