Porcia, si studia il progetto del cimitero per animali

PORCIA
Un cimitero per cani a Porcia? Ci sta pensando il consigliere con delega all’Ambiente, Luigi Bottos, che sta coordinando il lavoro di studio della competente commissione, in questi mesi impegnata nella stesura di un regolamento comunale, che sarà il primo a Porcia, sulla tutela degli animali. Regolamento ad hoc, piuttosto che allegato al già esistente regolamento comunale di igiene, il testo, da presentare al consiglio comunale per l’approvazione, dovrà contenere una disciplina completa, ovvero non solo sanitaria in senso stretto, sul comportamento da tenere nei confronti degli amici animali, che siano domestici oppure no. «Due in questo senso saranno gli aspetti innovativi rispetto alla normativa comunale attualmente applicata dalla polizia locale e dal gruppo volontario delle guardie ecologiche ambientali – anticipa Bottos –. Da un lato le norme che disciplinano il trasporto dell’animale, dall’altro appunto la creazione di un cimitero». In Friuli Venezia Giulia, il camposanto per gli amici a quattro zampe esiste solamente a Cassacco, in provincia di Udine, tra l’altro uno dei primi aperti in Italia e inaugurato agli inizi degli anni Novanta. Ad oggi, in tutto il territorio nazionale di cimiteri per animali ne esistono una decina. Nel prossimo futuro, dunque, alla lista potrebbe aggiungersi il cimitero di Porcia. Dove farlo, come farlo e a chi farlo gestire? «Ad oggi – spiega il consigliere Bottos – stiamo raccogliendo le informazioni, chiedendo pareri all’Azienda sanitaria locale per capire cosa ci consente di fare la legge. Stiamo prendendo in esame diversi regolamenti comunali sugli animali – aggiunge – e alcuni tipologie di cimiteri già operativi. L’orientamento – si sbilancia – è comunque quello di optare per la sepoltura della carcassa dell’animale, anziché, come avviene per esempio a Padova, per la cremazione». Fenomeno di costume legato all’affezione che molti provano per il proprio cane o gatto, l’iniziativa rappresenta prima di tutto una questione di salute pubblica. Secondo i regolamenti sanitari, infatti, dopo la morte dell’amico a quattro zampe si dovrebbe chiamare il canile sanitario o la nettezza urbana per il ritiro della carcassa. Molti, per questo compito, delegano il proprio veterinario.
In entrambi i casi, la destinazione è l’inceneritore pubblico. In molti continuano tuttavia a seppellire il proprio animale nei campi o negli orti e giardini di casa, trascurando il fatto che in questo modo si rischia la trasmissione di malattie ad altri animali che riuscissero a disseppellirne la carcassa.
Milena Bidinost
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