Pordenone, caos Tasi per gli inquilini delle case Ater

PORDENONE. Grana Tasi per gli inquilini delle case popolari. Lo scorso anno gran parte dei residenti che abitano in alloggi Ater – quasi 1300 famiglie in città, su 3700 abitazioni distribuiti in tutta la provincia – non si erano dovuti preoccupare del tributo sui servizi indivisibili.
Questo perché le detrazioni di 25 euro previste nel 2014 per le rendite fino a 800 euro di fatto escludevano dal pagamento gran parte dei residenti. Quest’anno le detrazioni non sono state previste dall’amministrazione e una buona fetta di chi lo scorso anno non ha versato si trova a dover pagare. Gli importi? Dai 7 ai 14 euro a seconda delle camere. Almeno per quanto riguarda la fetta di contribuenti che si è accorto di dover pagare.
Porta a porta. Nelle case popolari di Vallenoncello la comunicazione è stata fatta tramite passa parola e ora i residenti, e molti sono anziani, si trovano a dover pagare e non sanno con quali modalità. «Ci hanno detto che possiamo ritirare i moduli in posta, ma servono i codici e le rendite che non abbiamo. Qualcuno è andato all’Ater e si è fatto aiutare a compilare, qualcun altro si è rivolto al Comune. Non è per non pagare, ma almeno ci dicano come dobbiamo fare.
La mia vicina di casa – racconta una residente di Vallenoncello – ha passato la mattina al telefono per capire come fare». Non si poteva inviare una comunicazione alle famiglie «o mandarci il bollettino assieme a quello della Tari?» è la richiesta di chi vive il problema. «Ci sono persone anziane, altre che hanno problemi, che non possono correre da un ufficio a un altro».
Il Comune. Il problema è arrivato anche all’ufficio tributi che ora cercherà di ampliare la comunicazione tramite l’Ater a tutti gli interessati. Questo perché «per noi questi inquilini è come se non esistessero – spiega la funzionaria del Comune Francesca De Biasio – nel senso che non vediamo i dati catastali degli alloggi. Quello che possiamo fare è metterci a disposizione per facilitare la situazione dei cittadini». Difficile quindi sapere oggi quante persone siano interessate.
La mora. Dal momento che la scadenza naturale per pagare la Tasi, almeno la prima rata, era il 16 giugno, gli inquilini Ater rischiano di pagare una mora che però non è imputabile a una loro dimenticanza bensì a un deficit di comunicazione. La nota positiva è che la mora è il 3 per cento dell’importo da versare e quindi, nel caso del tributo per le case popolari, si tratta di pochi centesimi. L’amministrazione volendo potrebbe deliberare di farsi carico della mora, ma si tratta comunque di una scelta politica.
Il paradosso. Leggendo la pagina comunale dedicata alla tassa, si spiega che «La Tasi per le abitazioni locate non è dovuta né dall’inquilino né dal proprietario. Il proprietario dovrà pagare l’Imu con l’aliquota dell’8,85 per mille, l'inquilino non deve pagare nulla». Vero, ma non per le case popolari. A Pordenone il 90 per cento del tributo lo paga l’azienda mentre il restante 10 per cento lo verso l’inquilino.
Ater. L’ente pubblico economico che gestisce gli alloggi di edilizia popolare ancora due anni fa aveva inviato una lettera a tutti i Comuni per chiedere ai sindaci di rinunciare alla quota versata dall’azienda in modo che questa potesse essere destinata per esempio alle manutenzioni.
La quota che Ater versa ai Comuni della provincia ammonta a 320 mila euro e metà – circa 160 mila euro – vanno alle casse del Comune di Pordenone che non ha rinunciato all’introito. Una cifra che permetterebbe di sistemare più di una trentina di alloggi. Ci sono invece amministrazioni comunali che hanno accolto la richiesta e hanno rinunciato ad applicare il tributo alle case popolari. Si tratta di Spilimbergo, Pravisdomini, Pasiano, Azzano Decimo, Casarsa, Sesto al Reghena e Montereale.
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