Pordenone, falsi referti per avere la patente

Alteravano le analisi del sangue. Condanne per 11 mesi, assolti nei casi in cui hanno usato fotocopie

PORDENONE. Referti “puliti” per ottenere l’idoneità alla guida, due condanne per undici mesi.

Alla Commissione medica locale patenti di Pordenone hanno consegnato analisi del sangue che attestavano la loro negatività a varie sostanze stupefacenti per rinnovare la patente.

Ma le analisi erano state ritoccate. Sono stati scoperti perché i codici del referto medico non corrispondevano al nominativo.

La Procura di Pordenone ha così aperto un’inchiesta. Quattro persone sono state a suo tempo iscritte nel registro degli indagati dal pm Monica Carraturo.

Martin Massimiliano, 41 anni, residente a San Vito al Tagliamento, difeso di fiducia dall’avvocato Guido Galletti del foro di Treviso e Renzo Quaglia, 55 anni, residente a Valvasone, assistito dall’avvocato Piero Cucchisi, hanno scelto di andare a giudizio.

Il caso è stato discusso dinanzi al giudice monocratico Eugenio Pergola. Il collegio difensivo ha chiesto l’assoluzione per entrambi gli imputati, poiché hanno depositato fotocopie falsificate prive di attestazioni di autenticità.

Il viceprocuratore onorario Patrizia Cau ha concluso invece per la condanna a 1 anno e 6 mesi di reclusione per Quaglia e a 9 mesi di reclusione per Martin.

L’accusa riteneva che Quaglia avesse contraffatto quattro referti di laboratorio, apparentemente rilasciati dall’azienda ospedaliera Santa Maria degli Angeli e la relazione medica firmata dalla responsabile del Sert Roberta Sabbion.

Nella relazione, datata 24 giugno del 2013, è stato cancellato l’inciso relativo all’assunzione di metadone. I referti erano stati poi esibiti alla Commissione patenti l’8 luglio del 2013 e Quaglia aveva ottenuto la dichiarazione di idoneità alla guida per 5 anni.

Martin, invece, secondo l’accusa, aveva ritoccato quattro referti, mai emessi a suo nome e li aveva poi esibiti alla Commissione patenti il 23 giugno del 2011.

Era stato comunque giudicato inidoneo per un anno perché era rimasto coinvolto in un incidente stradale, rifiutando l’alcoltest, nel periodo di controllo da parte della Commissione medica.

Il giudice monocratico Eugenio Pergola ha inflitto a Quaglia 5 mesi di reclusione per aver alterato la relazione medica firmata mentre a Martin ha inflitto sei mesi di reclusione per aver alterato un referto, originariamente in formato digitale.

Da tutte le altre ipotesi di reato sono stati invece assolti. Non punibile per reato impossibile Martin perché non avrebbe comunque ottenuto la patente, visto che gli era stata revocata. Il giudice ha dichiarato la confisca dei documenti falsi.

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