Pordenone, fecondazione eterologa per 23 coppie, il 57% a buon fine

Al reparto di fisiopatologia della riproduzione umana dell’ospedale si punta ora al 70 per cento di positività

PORDENONE. Sono 23 le coppie che sino a fine giugno si sono sottoposte alla procreazione medicalmente assistita eterologa all’ospedale di Pordenone. La positività è stata del 57 per cento, ma l’obiettivo è di arrivare presto al 70. E per smaltire le liste di attesa per l’omologa, quest’anno, è stato previsto un ciclo in più.

Eterologa. Il Friuli Venezia Giulia è stata tra le prime regioni a partire in Italia con questa tecnica di fecondazione assistita dopo che la Corte costituzionale ha cancellato la norma della legge 40 che la vietava in Italia. Dopo l’approvazione delle linee guida, la Regione le aveva recepite dando il via libera a un costo che corrisponde al ticket per le prestazioni ricevute.

Restava da risolvere il problema degli ovociti e dello sperma visto che la legge italiana non prevede rimborso per i donatori: si è ovviato acquistando questi tessuti all’esterno, dopo una gara europea che ha visto concorrere diverse cliniche e banche dei tessuti. La scelta era caduta su una banca spagnola, che da dicembre scorso ha cominciato a fornire il materiale.

Risultati. Al reparto di fisiopatologia della riproduzione umana dell’ospedale di Pordenone nei giorni scorsi hanno fatto un bilancio. «Abbiamo avuto sinora il 57 per cento delle gravidanze cliniche per l’eterologa – spiega il responsabile Francesco Tomei – su un totale di 23 coppie che si sono sottoposte alla pratica». Dati che non comprendono gli interventi realizzati a luglio. Risultato positivo anche se sono considerate un po’ troppe le gravidanze gemellari, per cui adesso si cercherà di ovviare.

Liste di attesa. Per l’eterologa di fatto non ce ne sono, anche perché non sono ancora arrivate le coppie dal Veneto, che rappresentano invece il 42 per cento delle richieste per l’omologa.

«Non ci sono liste d’attesa per l’eterologa e riusciamo a gestire la situazione – conferma Tomei –. Il Veneto non ha ancora autorizzato le coppie a venire qui, anche se a settembre cominceremo ad avere le prime che sosterranno la spesa privatamente».

La situazione cambierà con i nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza) che dovrebbero ricomprendere anche la fecondazione eterologa: in quel caso non ci sarà più bisogno di autorizzazione regionale per rivolgersi a Pordenone e questo potrebbe comportare un aumento delle richieste. Per la fecondazione omologa le liste di attesa rimangono, anche se quest’anno è stato fatto un ciclo in più. Ma la situazione è gestibile.

Casistica. Al convegno mondiale di Helsinki «abbiamo verificato che quindici centri tra cui il nostro – conclude Tomei – si rivolgono alla stessa banca, per cui abbiamo pensato di istituire un gruppo di lavoro per valutare i risultati ed eventuali criticità. Analisi che porteremo come esperienza al convegno mondiale del 2017».

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