Pordenone, finisce all'ospedale dopo aver bevuto brillantante al bar

Aveva chiesto dell’acqua, al secondo bicchiere l’imprevisto: «Ho rischiato di soffocare». Pochi giorni fa un bimbo è morto

PORDENONE. «Ho avuto il terrore di soffocare. Per fortuna, mi è andata bene. Ma se, al mio posto, ci fosse stato un bambino...?». È ancora sotto choc il 49enne pordenonese che martedì pomeriggio, in un bar del centro, ha ordinato un bicchiere d’acqua e gli è stato servito per sbaglio del brillantante diluito.

Mercoledì era ricoverato in osservazione all’ospedale di Pordenone, dove gli è stata riscontrata un’esofagite da ingestione da detersivo.

L’uomo, cliente abituale del bar, è entrato nel locale alle 16.45. Ha ordinato un bicchiere d’acqua, l’ha bevuto, ma aveva ancora sete. Così ne ha ordinato un secondo.

Per errore, stavolta, gli è stato versato il contenuto di un’altra bottiglia, uguale nell’aspetto a una normale bottiglia d’acqua e collocata per sbaglio vicino alle altre, ma con un’etichetta scritta a penna: “brillantante”. Il flacone conteneva un detersivo industriale diluito in acqua, trasparente e completamente insapore e inodore.

«Ho buttato giù il primo sorso – racconta – e ho avvertito istantaneamente un forte bruciore alla bocca, al naso e agli occhi: è stato come bere un acido, mi mancava il respiro ed ero terrorizzato al pensiero che la gola si gonfiasse, facendomi soffocare. Subito ho capito di aver ingerito qualcosa che non andava e ho chiesto acqua: ne ho scolato un litro intero».

La barista, disperata e in lacrime, si è accorta dell’errore e ha esclamato: «Gli abbiamo dato l’acqua con il brillantante!». Quindi il cliente ha telefonato al 118. Un’ambulanza è arrivata pochi minuti dopo e l’ha portato d’urgenza in ospedale. Si sono attivati immediatamente anche i carabinieri di Pordenone.

Al pronto soccorso sono scattati i protocolli d’emergenza: il paziente è stato sottoposto a una gastroscopia. Dopo le cure, è stato escluso il pericolo di vita. Al bar il 49enne si era fatto dare la bottiglia incriminata e un suo conoscente ha poi recuperato il flacone originario, che è stato inviato per le analisi al centro regionale anti-veleni.

«È stato come piombare improvvisamente dalla tranquilla quotidianità a una di quelle storie di cronaca nera che leggo sui giornali», osserva il 49enne. E non bisogna andare nemmeno troppo lontano nel tempo: un bimbo di due anni è morto a Reggio Emilia, 5 giorni fa, per aver ingerito il brillantante.

«Vai in un bar e ordini un bicchiere d’acqua – conclude – e cinque secondi dopo ti ritrovi con il terrore di morire. È una cosa che mi ha veramente spaventato. Ringrazio i carabinieri e l’intera équipe dell’ospedale: sono stati tutti bravissimi».

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