Pordenone, gli chiudono il negozio: "Era sporco"

PORDENONE. Norme igieniche non adeguate, licenza sospesa. E’ quanto accaduto al negozio “parrucchiere Oriente”, aperto nel 2010 in città, gestito da esercenti cinesi e già agli onori delle cronache perché i titolari hanno dato lavoro a dipendenti italiani.
Dopo sopralluogo dell’azienda per l’assistenza sanitaria, il cui esito è stato prontamente trasmesso al C omune, il negozio è stato chiuso per gravi carenze e assenza di requisiti in materia igienico sanitaria, e non solo.
«Non esiste una zona dedicata alla preparazione delle tinte con aspiratore fumi/vapori; i posti lavoro erano 7 (contando 6 poltrone e due lavateste) e non 5; la zona di attesa era tutt’uno con il locale lavorazione» si legge nell’ordinanza.
La ditta dovrà provvedere alla messa a norma e ai lavori di adeguamento di attrezzature e locali entro 60 giorni, pena la revoca dell’autorizzazione a esercitare l’attività.
Per quanto riguarda le condizioni igieniche, l’ordinanza evidenzia «Locali ed attrezzature non adeguatamente pulite, presente polvere sui pavimenti, ragnatele, muri scrostati, battiscopa divelti; i cassetti, i piani di lavoro, i lavateste, i prodotti e le attrezzature denotavano la presenza di sporco e polvere non riconducibile alle sole lavorazioni giornaliere bensì frutto di una scarsa pulizia quotidiana».
I tecnici dell’Aas 5, come si legge nel documento redatto dal Comune, segnalano anche «Promiscuità tra attrezzature pulite e sporche; assenza di prodotti per la disinfezione periodica degli arredi e delle attrezzature e di vano/armadio per la custodia degli stessi».
E ancora: «Assenza di arredo chiuso per la custodia della biancheria pulita» e «gestione dei taglienti non corretta, sia per quanto riguarda il loro uso (rasoi con lame sporche inserite all’interno di cassetto con altri strumenti quali forbici ed altri rasoi), sia per quanto attiene la separazione tra sporco e pulito».
L’assessore al commercio e sicurezza Emanuele Loperfido ha commentato: «La nostra attività di controllo, effettuata in stretta collaborazione con l’azienda sanitaria, è costante e costituisce un importante segnale di legalità a tutela dei cittadini».
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