Pordenone, il Comune non aspetta e inizia a tagliare i tigli storici. I cittadini in lacrime: «Un atto gravissimo»

Sono 47 gli alberi che lasceranno spazio alle nuove palestre del Polo Young. La discussione della richiesta di sospensiva al Consiglio di Stato era prevista per il 21 marzo

Martina Milia

PORDENONE. Accelerazione del cantiere dell'ex fiera. Ieri sera, martedì 12 marzo, la decisione, stamattina alle 7 è partito l'abbattimento dei 47 tigli dell'ex fiera di Pordenone, che lasceranno spazio alle nuove palestre del Polo Young.

Sono 47 i tigli storici che verranno abbattuti per far spazio alle nuove palestre del Polo Young
Sono 47 i tigli storici che verranno abbattuti per far spazio alle nuove palestre del Polo Young

L'udienza per la discussione della richiesta di sospensiva era prevista il 21 marzo al Consiglio di Stato, ma per allora gli alberi non ci saranno più. Davanti al cantiere di via Molinari un furgone della polizia per evitare disordini. Verranno tagliati 7/8 alberi al giorno per completare i lavori in una settimana. 

Davanti al cantiere un furgone della polizia per evitare disordini
Davanti al cantiere un furgone della polizia per evitare disordini

La mobilitazione dei cittadini

Attorno alle 8 sono stati i bambini delle scuole Collodi, che costeggiano il cantiere, a intonare: «Vogliamo gli alberi, vogliamo gli alberi». Ma non è bastato. Sono arrivati anche i cittadini per protestare per l’improvvisa decisione del Comune di procedere al taglio delle piante. C’è chi piange, chi è molto arrabbiato. 

«Non so se è più grande la rabbia o il dolore. Ogni tronco che cade è un colpo al cuore. Qui abbiamo ricordi e vita vissuta». Luigina Perosa, del comitato “Il Tiglio verde”, è tra i primi cittadini ad arrivare al cantiere dell’ex fiera. «C’è tanta rabbia perché il 21 marzo si terrà l’udienza della richiesta di sospensiva al Consiglio di Stato, un ricorso per cui ci stiamo dissanguando. E invece niente. Qui si inizia a tagliare, quindi o sanno già che andrà bene oppure vanno avanti senza interessarsi dei cittadini. È comunque gravissimo che si tagli con un ricorso pendente in atto».

Pordenone, cominiciato il taglio dei tigli: "Un colpo al cuore, gravissimo non aspettare l'udienza"

È iniziato il taglio degli storici tigli a Pordenone
È iniziato il taglio degli storici tigli a Pordenone

La scorsa settimana è arrivata anche la replica dell’agronomo Daniele Zanzi che ha firmato la relazione, sull’impatto dell’anidride carbonica con o senza i tigli di via Molinari, contestata dal sindaco Alessandro Ciriani. «Leggo dichiarazioni che da tecnico e anche da ex amministratore mi lasciano perplesso. Spostare l’attenzione su altre questioni, sulla Cina, sull’India, sulle fogne, sul fatto che altri paesi inquinino di più di quello che può fare Pordenone e non rispondere nel merito della mia relazione scientifica – dice Zanzi –, significa fare del “benaltrismo”. Significa eludere il problema sostenendo che ce ne siano altri, di più gravi, da affrontare. Per i pordenonesi questo viale di tigli ha un valore economico annuo di circa 350.000 euro, del quale potrebbe essere chiamato a risponderne e potrebbe essere anche ricordato per questo. 350.000 euro che sono un investimento per la salute. Il paesaggio di Pordenone è fatto di quei tigli e non possono essere rimpiazzati dalla sakura giapponese. Non rendiamoci ridicoli con questo provincialismo. Sono prontissimo a dialogare con il sindaco attorno a un tavolo su dati scientifici però».

E poi: «Invece di catalogare i cittadini come Tiglio rosso – sempre Zanzi – risponda ai cittadini, che sono tanti, e le chiedono di fare marcia indietro. Che per un politico non è sintomo di debolezza, ma anzi di grande, grandissima forza». Intanto Alleanza Verdi Sinistra, tramite l’onorevole Franco Mari (Sinistra Italiana), ha presentato – c’è anche il sostegno del Bene comune – un’interrogazione al ministro Piantedosi «sull’inspiegabile modifica di percorso della fiaccolata a difesa dei tigli dell'ex fiera» tenutasi a Pordenone. 

I tempi del cantiere


Ma quali sono le prossime tappe? I progettisti dello studio Elastico, con i professionisti della Barcore (azienda del Bresciano che materialmente eseguirà i lavori per conto della Ar.co, cui fa capo il raggruppamento di imprese che ha vinto l’appalto del Polo young), hanno effettuato un sopralluogo operativo a fine febbraio. Ci vorranno, secondo una prima stima, almeno dieci giorni per allestire il cantiere, uno dei più grandi – dopo quello dell’ospedale – che Pordenone vedrà sorgere.

L’intervento preliminare – le demolizioni, alberi compresi– è complesso perchè l’area operativa non è molto estesa ed è vicina a una scuola e a un impianto sportivo (il Palamarrone che non sarà interessato dall’intervento) e quindi tutto va curato con attenzione: dalla viabilità esterna agli accessi all’area di manovra.

Siccome l’intenzione dell’impresa, compatibilmente con il clima che si è venuto a creare in città, è quella di ridurre il più possibile i disagi dei residenti, la viabilità non subirà sostanziali modifiche. Solo in una seconda fase, quando si interverrà sul versante di via Concordia, è probabile che la carreggiata possa essere ristretta qualche giorno.

Durante i lavori rimarranno i parcheggi – 38 quelli segnati – nell’area davanti all’ex Casa del balilla. Per consentire l’accesso (oggi si può solo uscire su via Molinari) sarà creato sia l’ingresso che l’uscita da quel versante (davanti al panificio). Non sarà invece più possibile l’ingresso da via Concordia, che sarà riservato solo ai mezzi di cantiere.

Il tempo di approntamento del cantiere – la recinzione sarà solida e su via San Quirino dovrebbe consentire, almeno parzialmente, il mantenimento del camminamento ciclopedonale – dovrebbe permettere di capire quale sarà l’orientamento del Consiglio di Stato in merito al ricorso che i cittadini (con Legambiente e il gruppo del Tiglio verde) stanno ultimando. Ma di tempo da perdere l’impresa non ne ha davvero più perché, salvo proroghe al Pnrr che oggi non sono ipotizzate, la scadenza per la consegna dei lavori è fissata a fine marzo 2026. Due anni a disposizione per un’opera di quella portata non sono certamente tanti.

I tecnici dell’impresa, a cui non manca l’esperienza di cantieri importanti, conoscono la conflittualità che si è creata in città e, in accordo con il Comune, intendono lavorare anche sulla comunicazione con la cittadinanza, per rendere meno impattante il disagio. L’idea è di inviare una comunicazione scritta agli abitanti delle vie circostanti per comunicare l’avvio delle demolizioni.

Questa fase, particolarmente rumorosa, durerà almeno due mesi, se non ci saranno intoppi. Un canale privilegiato è poi quello con la scuola perché, per garantire i lavori in sicurezza, una parte del cortile della Collodi dovrà essere interdetto.

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