Pordenone, il tesoretto del Comune sistema strade e scuole
PORDENONE. Passa il rendiconto 2014 – voto contrario solo dei consiglieri di centrodestra – e l’amministrazione Pedrotti è al lavoro sulla destinazione dei residui.
La giunta comunale, già lunedì, ha approvato la delibera per riaccertare i residui attivi e passivi e destinare il loro inserimento nei prossimi tre anni (il fondo pluriennale vincolato tra il 2015 e il 2018 ammonta a 8,2 milioni per la parte corrente e a 10,1 per la parte in conto capitale) e ha dato il via libera alla distribuzione del tesoretto che avverrà formalmente lunedì prossimo in consiglio comunale.
I residui da destinare agli investimenti ammonteranno a circa 5,6 milioni di euro e saranno distribuiti un po’ in tutti gli ambiti che hanno a che fare con le opere pubbliche.
Una buona fetta – «speriamo di riuscire a fare due lotti da 700 mila euro l’uno» spiega l’assessore Flavio Moro – serviranno per le asfaltature. Una miriade di di interventi sull’ordine di qualche decina di migliaia di euro l’uno serviranno invece «per manutenzione di scuole, parchi, edifici pubblici, compreso il municipio». Manutenzioni ferme da anni – «sugli asfalti siamo stati bloccati per quattro anni per via del patto di stabilità» – e che ora sono possibili non solo perché si liberano risorse, ma perché la Regione ha concesso nuovi spazi finanziari.
«Abbiamo spazi finanziari per 14 milioni circa e, grazie ai residui – spiega l’assessore Renzo Mazzer – la copriremo per intero. Avendo sei mesi per investire questi fondi dobbiamo scegliere interventi non troppo complessi per gli uffici».
Non mancheranno anche impegni per la mobilità, come le rotonde provvisorie previste in viale Marconi e largo San Giovanni. Dall’avanzo della Regione, invece, arriveranno 1,6 milioni di euro, che saranno una boccata d’ossigento per la spesa corrente. «Risorse che per almeno un terzo – prosegue l’assessore – ci serviranno per onorare impegni presi con le associazioni, dalla cultura allo sport».
Nel dibatto sul rendiconto la maggioranza – a differenza di quanto avvenuto sulle nomine della fiera – ha tenuto.
Se Gianni Franchin ha evidenziato come la città si sia impoverita e la prospettiva, anche nell’amministrare, debba tenere conto di questo, Marco Salvador ha rilanciato il tema del regolamento dei beni comuni – «L’azione politica non si può più esercitare con la spesa pubblica, ma bisogna demandare parte dell’amministrazione ai cittadini rinsaldando così il rapporto con la politica» – così come Roberto Freschi (che ha auspicato che il regolamento dei beni comuni sia recepito e l’avvio di progetti innovativi per valorizzare le aree dismesse).
Fausto Tomasello ha evidenziato che «il welfare è il punto di vanto della città pur in presenza di un bilancio condizionato da interventi legislativi e dalla situazione di crisi del Paese».
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