Pordenone, la scure di Pedrotti sui dipendenti comunali
PORDENONE. Claudio Pedrotti vorrebbe innovare la macchina comunale, prendere le forbici e ridurre del 50 per cento i dipendenti. Lo ha detto in una serata pubblica, a Pnbox e la considerazione – probabilmente dettata non da ragioni di contrarietà nei confronti dei singoli dipendenti quanto dal “must” di rendere la macchina comunale efficiente e moderna – ha scatenato subito le reazioni dei sindacati e delle opposizioni. Non ha parlato di “fannulloni” Pedrotti, termine caro al già ministro della funzione pubblica Renato Brunetta, ma non è stato necessario.
«A noi non risulta affatto che sia necessario ridurre il personale – ha risposto a muso duro Luca Munno, segretario regionale della Fp Cgil -. Dica Pedrotti esattamente dove e perché vuole ridurre il numero dei dipendenti, senza sparare nel mucchio. Dica a quali investimenti fa riferimenti, poiché essi non necessariamente conducono a una riduzione del personale.
Possiamo anche mettere robot a svolgere il servizio di assistenza domiciliare, ma è uno scenario che non ci appassiona. Andare a parlare con gli imprenditori e parlare male del pubblico impiego sembra essere diventata una moda. Non vorremmo che si trattasse di un’operazione elettorale di basso profilo – ingenerosa nei confronti del personale – di cui di questi tempi faremmo volentieri a meno».
Non perde il colpo nemmeno il Pdl, che con Emanuele Loperfido presenta subito un’interrogazione. «Confidiamo che la dichiarazione del sindaco Claudio Pedrotti non sia figlia delle valutazioni dell’organismo di valutazioni indicato dal Comune, perché altrimenti vorrebbe dire che per anni l’amministrazione comunale di Pordenone, compresa quella di Bolzonello, ha sovradimensionato le necessità del personale, gravando pesantemente sul bilancio pubblico, che quest’anno il Comune non riesce a chiudere. Si riferisce a sprechi o a scarsa professionalità, visto il continuo ricorso a consulenti esterni?». Se il problema è che «il personale a disposizione non dispone di alcune professionalità, venga incentivato a specializzarsi nelle professionalità richieste, invece di supplire con incarichi esterni».
Sul fronte opposto i capigruppo dei partiti di maggioranza provano a “salvare” il primo cittadino e soprattutto a rabbonire i dipendenti. «Il sindaco non si riferiva ai dipendenti bensí alla struttura comunale ingessata – ha detto Mario Bianchini del Fiume –. In 12 anni di presenza in amministrazione abbiamo sempre trovato dipendenti preparati e disponibili». Sulla stessa lunghezza d’onda il Pd con Fausto Tomasello: «Da quanto ho letto mi pare che il sindaco si riferisse a come innovare la pubblica amministrazione. La fiducia e la stima nei dipendenti, da parte nostra, è immutata». Basterà a placare gli animi?.
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