Pordenone, Progetto Fvg con Ciriani. Fra i candidati del Pd c’è anche l'artista trans Alfredo Follia

PORDENONE. La coalizione di centrodestra allarga le braccia e si prepara a ospitare Progetto Fvg. Lo ha spiegato la coordinatrice provinciale della civica che fa riferimento a Sergio Emidio Bini, Elisa Palù, dopo aver incontrato il sindaco Alessandro Ciriani.
Progetto Fvg «è espressione di persone provenienti dal mondo del fare. Siamo al lavoro per creare una squadra coesa e determinata che scenderà in campo con le altre forze del centrodestra – ha premesso Palù –.Lavoreremo insieme su un programma strategico e di ampio respiro portando idee e contenuti in particolare modo con riferimento ai temi del turismo e del commercio, considerate le deleghe che il nostro partito ha in Regione con l’assessore Bini, e considerate le gravi ripercussioni che questi settori, come molti altri, hanno subito a seguito della pandemia».
Di lista o candidati ancora non si parla: «La squadra è in formazione, a stretto giro comunicheremo il nome del coordinatore locale e invitiamo a contattarci coloro che con serietà e impegno hanno il desiderio di dare il proprio contributo per la città. E anche se dovremo fare i conti con le misure anti Covid, che inevitabilmente portano a modificare e adattare l’attività politica di tutti, sono certa che sarà un percorso ricco di soddisfazioni».
Partiti e movimenti che in consiglio comunale siedono già, invece, sono al lavoro proprio sulle candidature da proporre alle prossime comunali. Alle “anteprime” comunicate nei giorni scorsi, se ne aggiunge una che arriva in questo caso dal Partito democratico.
In lista per il Pd ci sarà l’artista transessuale Alfredo Follia. «La richiesta che mi è arrivata dal Pd della città è stata un onore – dice Follia – perché mi sta a cuore portare avanti i temi del gender gap e del bullismo omofobico, sui quali resta tanto da fare». La decisione è stata condivisa anche con l’amica di sempre Vladimir Luxuria «che mi ha subito dato il suo sostegno» racconta Follia.
Come portare avanti a livello comunale temi così complessi? «Io credo che non basti più accontentarsi di illuminare il municipio con i colori arcobaleno il 17 maggio. Credo che ai ragazzi soprattutto vada fatto capire che un omosessuale non deve essere per forza il parrucchiere dei divi o il cantante famoso, che non deve vestirsi da uomo perché il politically correct lo impone o essere necessariamente folcloristico nel look e identificabile per quello.
Io credo che ai ragazzi – prosegue – vada insegnato che gay o transessuale può essere chi vuole, il medico, l’avvocato, l’insegnante, l’operaio e, perché no, il politico. Solo questo ci aiuterà a superare discriminazioni ancora pesanti e che iniziano da quando sei bambino». Il desiderio? «Poter entrare in consiglio e unire civilmente le coppie omosessuali della provincia, perché no della regione. Pordenone può essere davvero una città arcobaleno e non in bianco e nero come oggi».
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