In provincia di Pordenone mancano medici di base: ancora pensionamenti, sono 46 i posti vacanti
Gli ambiti più carenti sono Pordenone, il Sacilese, Fontanafredda e la montagna. Dal 2025 scatta il ruolo unico dei professionisti con la continuità assistenziale
La carenza di medici di famiglia è un nodo difficile da sciogliere, col quale da tempo anche la destra Tagliamento si trova a dover fare i conti. La situazione è critica, con gli ambiti territoriali della provincia costretti a una continua rincorsa alle zone carenti: spenta una se ne presenta subito un’altra.
A oggi se ne rilevano 46. Senza contare i pensionamenti previsti già a partire dal prossimo anno, che renderanno l’assistenza territoriale un servizio sempre più difficile da garantire. In questa partita giocherà un ruolo fondamentale anche l’istituzione del ruolo unico, che dal 2025 uniformerà la figura del medico di base e della guardia medica.
Il focus della provincia
Il grido d’allarme, osservando la situazione in provincia, lo lancia il presidente dell’Ordine dei medici Guido Lucchini. I due ambiti che si trovano maggiormente in difficoltà sono quelli di Pordenone e dei comuni della montagna, dove si registrano rispettivamente sei zone carenti.
A Fontanafredda, dove si rilevano cinque zone carenti, sono centinaia gli utenti senza medico e costretti a spostarsi nei paesi limitrofi. Situazione precaria anche a Sacile, dove pesa la mancanza di quattro professionisti. «In questi mesi abbiamo coperto qualche zona carente ma non è sufficiente – ha ribadito Lucchini –. L’area più critica, a oggi, risulta quella di Sacile, seguita da Fontanafredda. In sofferenza anche Caneva e Brugnera».
Il nodo dei pensionamenti
«I pensionamenti dei colleghi sono un tema che deve essere affrontato – ha spiegato Lucchini –. Secondo i dati elaborati dall’Insiel dal 2021 al 2030 i medici in quiescenza saranno 117, a fronte dei 188 attualmente in servizio. Se consideriamo la difficoltà nel reperire nuovi professionisti il quadro che si presenta è molto preoccupante, soprattutto sul fronte dei pediatri. In dieci anni ne perderemo quattordici».
Per far fronte alla grave situazione che si è creata in tutta la provincia, l’azienda sanitaria si trova costretta a ricorrere agli Asap, attualmente attivi ad Aviano e a Fontanafredda.
«È difficile tenere monitorato l’andamento di queste figure – ha sottolineato Lucchini – considerando che nascono e si estinguono a seconda delle necessità. La loro funzione è dare risposte ai cittadini dove non si è ancora riusciti a trovare dei medici a tempo pieno».
Diverse, per Lucchini, le ragioni che allontanano i giovani dalla professione, a partire dai costi esorbitanti per affittare gli studi e assumere una segretaria a tempo pieno, figura indispensabile a fronte dell’elevata burocrazia che incombe. «Su questo fronte il sostegno della politica dovrebbe essere più forte – ha aggiunto –. Oggi non è più possibile lavorare senza segretarie, considerando il notevole aumento della burocrazia».
Dal 2025 parte il ruolo unico
Uniformare il ruolo dei medici di famiglia e delle guardie mediche nell’ambito delle Aggregazioni funzionali territoriali (Aft) – forma di collaborazione tra più medici del territorio – per garantire la presenza di un professionista a disposizione degli utenti per tutto l’arco della giornata. Una novità che riguarderà coloro che prenderanno servizio dal 2025.
A seconda del numero dei pazienti a carico, i neo professionisti dovranno garantire un monte ore al servizio dei distretti; raggiunto invece il massimale di 1.500 utenti l’obbligo di prestare servizio diventa su base volontaria. «Si tratta di una novità che potrebbe influenzare le scelte dei medici – ha dichiarato il presidente della Fimmg Fvg Fernando Agrusti –. Restiamo in attesa di capire come sarà organizzato il servizio e le conseguenze che porterà nel sistema. Nel frattempo, a Pordenone registriamo l’ingresso di nuovi medici, che prenderanno servizio tra novanta giorni, tempo tecnico per trovare e allestire lo studio e adempiere alla burocrazia richiesta».
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