Pordenone, raccolta firme per l’ospedale in Comina
PORDENONE. Il presidente della Provincia Alessandro Ciriani lancia la “campagna” d’estate per salvare l’ospedale in Comina. Al termine della convention organizzata nella sala consiliare per unire in un nuovo progetto di destra le forze che le vorranno – a partire da Fratelli d’Italia e la Destra -, dopo aver galvanizzato i suoi fedeli attaccando governi e inciuci e rispolverando i valori propri della destra, passa al primo obiettivo: «Cari amministratori non si va in vacanza, ma chiediamo ai sindaci, agli amministratori, anche della altre forze di centro destra, di aiutarci a raccogliere le firme per chiedere che il nuovo ospedale di Pordenone vada in Comina. Non mille, ma 10 mila firme» dice tra gli applausi.
Il presidente della Provincia ricostruisce la vicenda ospedale dicendo che «è stata fatta una campagna diffamatoria sul tema e intanto a Udine aspettano solo i soldi destinati al nostro ospedale». L’invito all’attuale giunta regionale è «che decida, ma no a una campagna denigratoria. Solo a Pordenone nascono i comitati, per altro formati da persone che hanno un chiaro orientamento politico, per frenare gli investimenti a favore del territorio. E allora la risposta deve essere immediata. Raccogliamo anche noi le firme dei cittadini, ma di tutta la Provincia perché l’ospedale non è dei cittadini di Pordenone ma dell’intera provincia. Altrimenti i cittadini di Pordenone che se lo paghino».
E non si tratta di una boutade. Ieri il presidente era già al lavoro per avviare la raccolta firme che partirà la settimana prossima. «Intanto iniziamo come Fratelli d’Italia – spiega Ciriaini -, ma l’idea è di allargare a tutte le forze del centro destra anche al Pdl». Ciriani non lavora per ottenere un referendum, anche perché varrebbe solo per la città, ma per una petizione popolare che coinvolga tutti i cittadini della provincia. Anche perché la questione ospedale è sempre più una questione di carattere provinciale come osservano anche a centro-destra.
«San Vito ha scippato il carcere a Pordenone – analizza Valter Santarossa di Autonomia responsabile – per evitare che l’ospedale vada in Comina e che ci sia un depotenziamento dell’ospedale di quel territorio. Una logica che è inaccettabile».
E il leit motiv di chi vuole l’ospedale in Comina sta anche nell’insistere sul fatto che il nuovo sito è l’unica possibilità per garantire al territorio un ospedale che abbia standard sanitari di elevata qualità. L’ipotesi ristrutturazione, secondo i contrari, significherebbe condannare Pordenone a diventare un semplice ospedale di rete, non molto diverso da San Vito o Spilimbergo.
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