Pordenone, risolta la rapina dei Rolex: un arresto

PORDENONE. Puntò la pistola contro la gemmologa, intimandole di sedersi: «Sit! Sit!», mentre gli altri tre complici, tutti a volto scoperto, facevano razzia di Rolex dalle teche in vetro, all’interno della gioielleria Senigaglia in corso Vittorio Emanuele. Era il 12 dicembre 2015.
Ora quell’uomo, grazie alle indagini della polizia di Stato, ha un nome e un volto: è Liutauras Dubinskas, 37 anni, cittadino lituano, che sta scontando in carcere in Germania una pena per altre rapine.
Nei giorni scorsi gli è stato notificato dietro le sbarre il mandato di arresto europeo spiccato dalla Procura di Pordenone per rapina aggravata in concorso. Quando avrà chiuso il conto con la giustizia tedesca, Dubinskas sarà estradato in Italia per essere processato.
Gli investigatori della squadra mobile di Pordenone, coordinati dal pm Pier Umberto Vallerin, avevano già individuato i responsabili della rapina a mano armata alla gioielleria Senigaglia nel giugno 2016.
Un commando di sei persone – i quattro rapinatori entrati nel negozio più due basisti, che avevano fornito supporto logistico in città – aveva perpetrato il colpo. In tutto erano stati rubati 26 Rolex: un bottino da 150 mila euro.
Per tutti i componenti della banda la Procura aveva chiesto la misura cautelare, ma il gip Roberta Bolzoni aveva firmato l’ordinanza di custodia in carcere solo per Dubinskas, non ritenendo sufficienti gli indizi raccolti invece nei confronti degli altri soggetti.Il cittadino lituano era stato incastrato dall’automobile, a lui intestata, notata nel capoluogo proprio nel giorno della rapina.
Non solo: un testimone l’aveva riconosciuto dalla foto segnaletica come il rapinatore armato di pistola. Per gli altri componenti della banda, invece, non c’era stato il riconoscimento fotografico. Il commando, poi, aveva agito senza guanti e a volto scoperto: dalle modalità sembravano professionisti, peraltro incuranti di lasciare le loro impronte digitali in gioielleria.
Sin dall’inizio gli investigatori della squadra mobile avevano orientato i loro passi nei confronti di un commando proveniente dalla Lituania: erano stati traditi dall’accento. Altri colpi analoghi erano stati registrati, proprio in quei mesi, anche a Verona e a Trento. La polizia aveva estrapolato le immagini della videosorveglianza per identificarli e aveva fatto circolare le fotografie in altri paesi.
I malviventi che hanno agito a Pordenone appartengono, secondo la polizia, a un’organizzazione criminale transnazionale di etnia lituana specializzata proprio in rapine ai danni di concessionari di Rolex nell’intera Europa.
Grazie a una collaborazione con il servizio di cooperazione internazionale di polizia, come ha spiegato il dirigente della squadra mobile Silvio Esposito, è stato instaurato un virtuoso scambio di informazioni con le forze di polizia di nove paesi europei.
Sono state raccolte le fotografie di circa duecento cittadini lituani: secondo gli inquirenti appartengono proprio all’organizzazione criminale specializzata in rapine.
Uno di quei ritratti apparteneva proprio a Dubinskas. Il cittadino lituano, però, aveva fatto perdere le sue tracce. Finché, spiccato il mandato d’arresto europeo, non è stato trovato in carcere in Germania.
L’autorità di polizia tedesca, in collaborazione con il servizio per la cooperazione internazionale di polizia e la sezione catturandi della squadra mobile di Pordenone, gli ha notificato l’ordinanza.
Austria, Slovenia, Germania, Danimarca, Norvegia, Belgio, Lituania: sono i paesi che hanno registrato colpi analoghi. Da quanto si è appreso, agiscono più bande, che si scambiano reciprocamente i componenti, a seconda dei colpi. È in corso un’indagine internazionale per riuscire a sgominare l’organizzazione criminale.
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