Pordenone: sentenza stoppa i telelaser. Ma i vigili: non li usiamo più
PORDENONE. Telelaser e autovelox “fuorilegge” se non sottoposti a revisione annuale. E le forze dell’ordine si ritrovano con le armi spuntate contro chi sfreccia a tutta velocità, persino nei centri abitati. Mentre si profila all’orizzonte una pioggia di ricorsi da parte degli automobilisti immortalati dai misuratori di velocità non conformi.
Sotto l’egida del Codacons, che ha lanciato on line una «mega-azione legale». Intanto Pordenone è fra gli undici capoluoghi del Settentrione che indossano la maglia nera per tasso di mortalità dei ciclisti.
La Corte costituzionale ha decretato, con una recente sentenza, l’illegittimità delle sanzioni prodotte da misuratori di velocità non sottoposti a verifiche annuali di funzionalità e taratura.
E l’associazione dei consumatori ha colto la palla al balzo, pubblicando sul proprio sito www.codacons.it una pagina attraverso la quale «gli automobilisti multati da autovelox possono diffidare il Comune responsabile del verbale a fornire le prove dell’avvenuta manutenzione sugli apparecchi e la data dell’ultima taratura degli stessi».
In caso di dispositivi non in regola, gli automobilisti potranno fare ricorso. Sempre che non abbiano già pagato la sanzione. In attesa di ricevere lumi dal ministero, la polizia locale di Pordenone e Roveredo non sta usando più i due telelaser in dotazione: perché non sono tarati.
«In Italia nessun misuratore di velocità – sottolinea il comandante della polizia locale Arrigo Buranel – veniva tarato. Finora solo gli alcoltest erano sottoposti a revisioni periodiche. Chiaramente bisognerà adeguarsi al dettato della sentenza della Corte costituzionale. Ma non sappiamo nemmeno dove portare i nostri telelaser a fare il collaudo: in merito non abbiamo ancora ricevuto indicazione da Roma. Indubbiamente questa novità rappresenta un’ulteriore complicazione per le forze dell’ordine. Ora non li utilizziamo: non ha senso, visto che le multe diventerebbero oggetto di ricorso. Intanto, però, gli automobilisti qui corrono come pazzi: raccogliamo di continuo proteste dei cittadini, persino nel centro abitato. Ci troviamo di fronte a un problema di sicurezza, che va arginato con controlli costanti».
C’è chi pensa di trovarsi in un circuito da formula uno e sfreccia a velocità sostenuta in via Oberdan, via Udine, viale Libertà e lungo la Rivierasca. Mettendo così in pericolo gli altri utenti della strada.
Ciclisti nel mirino, a Pordenone. Secondo i dati diffusi dall’Istat, il capoluogo in riva al Noncello è fra gli undici del Nord che presentano valori critici – oltre il doppio della media italiana e in qualche caso persino superiori a quelli riferiti alle vetture –per gli incidenti in bicicletta. Come mai?
«I ciclisti – osserva il comandante – sono soggetti deboli e indubbiamente i percorsi ciclabili devono essere in sicurezza. Alcuni ciclisti, tuttavia, si comportano in modo temerario, senza rispettare il codice della strada, correndo al di fuori dei percorsi ciclabili, senza fanali o giubbetti catarinfrangenti di notte. Comportamenti che li espongono a rischi».
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