Pordenone si scopre città delle rondini, ma il piano è fermo
PORDENONE. Nelle prime ore del giorno sono loro a dare la sveglia al centro città tra voli e canti. Uno spettacolo meraviglioso a cui si può assistere senza biglietto.
Le rondini amano Pordenone e la città si rivela per loro un ambiente migliore di quanto sia la campagna, dove «ogni anno si registra un calo di circa l’8 per cento delle presenze. Perché vengono meno le stalle e l’agricoltura intensiva genera inquinamento» spiega l’ornitologo Pierluigi Taiariol.
Ieri mattina volontari di Lav e Lac e semplici appassionati si sono ritrovati, con la guida sapiente di Taiariol, per censire la popolazione delle rondini che scelgono Pordenone. Se lo scorso anno erano stati una sessantina i nidi attivi registrati, quest’anno il numero è in crescita.
E se i corsi – soprattutto i portici di corso Vittorio Emanuele – restano l’habitat preferito dalle garrule ospiti, i nidi (anche quelli dei balestrucci, che sono chiusi) si possono facilmente trovare anche in altre zone della città.
Curioso il caso della rondine montana che ha nidificato per esempio in via Roma, ad almeno 20 metri d’altezza, in un condominio di fronte al carcere e che volteggia di frequente facendosi ammirare. «E’ il secondo anno che torna – spiega Alessandro Sperotto di Lac – ed ha nidificato nello stesso posto».
Ci sono poi zone (per esempio in via Battisti, davanti al teatro) in cui si costruiscono casa preferibilmente i balestrucci.
Il censimento delle associazioni è partito quando queste si sono rese conte che c’erano privati (commercianti soprattutto) che distruggevano i nidi delle rondini perché creavano sporcizia, per via del guano abbondante.
Per risolvere la situazione associazioni e Comune hanno ideato un progetto per l’acquisto di tavolette, da collocare sotto i nidi, che potessero contenere la sporcizia.
«Le tavolette sono state comprate ma sono in magazzino – spiega Guido Iemmi (Lav) –. Andrebbero riviste perché hanno dimensioni che non vanno bene per cui bisogna capire se possono essere risagomate».
Le rondini fanno il nido nei posti più impensati – su cavi elettrici e perfino sui punti luce (un caso di vera ingegneria si può ammirare a metà di Corso Vittorio, vicino all’imbocco con via Battisti) – e non sempre è semplice posizionare le tavole.
Qualche privato si è dato da fare e ha usato pezzi di cartone, ma anche questi non sempre vengono posti correttamente. In via Cavallotti, davanti ai magazzini del lavoratore, sono state poste delle tavole che sembrano aver trovato comunque il gradimento delle rondini.
«Bisogna riprendere per mano il progetto e coinvolgere i privati – rilanciano le associazioni –. Anche perché devono poi essere i singoli commercianti o privati a installarle». Intanto le rondini non aspettano e costruiscono i loro nidi con la fiducia di chi torna in una città amica.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto