Pordenone, spunta un donatore per salvare Elisa
Intervento imminente per la bimba di 3 anni affetta da leucemia. In attesa la piccola è sottoposta a un ciclo di chemioterapia piuttosto aggressiva. L’obiettivo è azzerare le cellule del midollo in preparazione dell’accoglienza di quello del donatore. Le sue difese immunitarie sono molto basse, per questo ora si trova in una camera sterile. La cura a cui i medici dell’ospedale romano Bambin Gesù

PORDENONE. La notizia più attesa, quella per cui si trepidava da mesi, è arrivata attraverso un post, pubblicato sulla pagina Facebook “Salviamo Elisa” poco prima di mezzogiorno di mercoledì 17 gennaio. Immediata la reazione di gioia e speranza da parte di migliaia di utenti, da mesi sono connessi ai social per conoscere l’evoluzione dello stato di salute della bambina pordenonese di 3 anni affetta da una rara forma di leucemia e in attesa di trapianto di midollo: il donatore è stato trovato e il suo grado di compatibilità è del 90 per cento.
Tra fratelli, la percentuale di compatibilità è del 25 per cento, ma Elisa è figlia unica e tra i non consanguinei la speranza di trovare un midollo compatibile precipita a uno ogni 100 mila. Per questo il padre Fabio e la madre Sabina hanno avviato una campagna di sensibilizzazione alla tipizzazione. Così i dati genetici dei potenziali donatori vengono inseriti in un apposito registro: la risposta è stata numerosa e autentica. E il risultato si è finalmente concretizzato.
«I medici ci hanno detto che il 90 per cento rappresenta una buona opportunità – ha spiegato il padre di Elisa, Fabio – considerato che la compatibilità assoluta non esiste. Adesso non possiamo che avere fiducia e speranza per quel che sarà, tenuto anche conto che per questo tipo di leucemia non ci sono alternative al trapianto».
La bambina è ora sottoposta a un ciclo di chemioterapia piuttosto aggressiva. L’obiettivo è azzerare le cellule del midollo in preparazione dell’accoglienza di quello del donatore. Le sue difese immunitarie sono molto basse, per questo ora si trova in una camera sterile. La cura a cui i medici dell’ospedale romano Bambin Gesù, un’eccellenza in Italia per questo tipo di malattie, dove la bambina è ricoverata da mesi, è piuttosto aggressiva. L’altro giorno Elisa è stata male, con febbre alta e vomito, ma «i medici ci hanno detto che sta rispondendo bene alla terapia», ha affermato Fabio.
Non si conosce ancora la data dell’intervento, ma probabilmente avverrà nel giro di 48 ore. La piccola subirà, da un punto di vista procedurale, una trasfusione di sangue, ma nella sacca non ci sarà liquido rosso, bensì biancastro, derivante da una procedura di aferesi: il midollo del donatore è stato prelevato dal sangue periferico, preventivamente alimentato dal fattore di crescita che permette di aumentare il numero di cellule. La sacca sarà, quindi, trasfusa a Elisa. «La reazione a questa procedura non si conoscerà prima di un paio di settimane», ha reso noto il padre della bimba.
I genitori di Elisa, una coppia che vive a Pordenone, assieme alla loro piccola erano piombati dal paradiso all’inferno nel giro di pochi mesi. «Era stata mia moglie ad accorgersi che Elisa aveva cominciato a non mangiare, a perdere peso e le erano comparse delle macchioline – ha ricordato Fabio –. Abbiamo girato diversi ospedali del territorio, ma non riuscivano a capire cosa avesse finché, dopo un mese e mezzo, è arrivata la diagnosi». Ad agosto è stata creata la pagina Facebook “Salviamo Elisa” e nel giro di cinque mesi le persone che l’hanno seguita sono diventate 51 mila. Il post con la buona notizia di ieri, nel giro delle prime 7 ore, ha raggiunto 2. 100 condivisioni e 2. 500 commenti.
Un tam tam fragoroso, seguito a un’attività di sensibilizzazione a seguito della quale migliaia di persone in tutto il mondo avevano effettuato la tipizzazione. Di qui la scoperta del miglior donatore attualmente disponibile. «È una notizia meravigliosa – ha commentato Giorgio Maranzana, presidente regionale dell’Admo, da sempre molto vicino al caso di Elisa –. Trovare la compatibilità è anche questione di fortuna, ma più persone si tipizzano, maggiore è la possibilità di individuare il proprio donatore».
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